Via libera dal Consiglio dei ministri al disegno di legge Anticorruzione, già ribattezzato dal vicepremier Luigi Di Maio Spazza Corrotti. “Il consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge particolarmente significativo e qualificante dell’iniziativa di governo. Riteniamo che si inquadri tra le riforme strutturali che servono al Paese”, ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il decreto anticorruzione “è volto a garantire maggiore trasparenza anche riguardo ai finanziamenti ai partiti politici, movimenti politici e alle fondazioni a essi collegati”.
“Dopo tanti anni di battaglia in nome della legalità e dell’onesta, portare in Cdm un ddl che porta una rivoluzione nella lotta alla corruzione è un motivo di orgoglio, di sicera emozione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede spiegando che con la norma “si apre una prospettiva di onestà”.
“L’Italia aveva sottoscritto una convenzione Onu 15 anni fa in cui c’è scritto che riguardo i reati di corruzione è assolutamente giusto avere l’agente sotto copertura. Per 15 anni ce ne eravamo dimenticati, adesso sarà utilizzabile dall’autorità giudiziaria anche rispetto a reati di corruzione contro la Pa”.
“Altro aspetto fondamentale è quello dei ‘pentiti’ della corruzione. Il problema è che in genere il patto tra corrotto e corruttore è molto solido. Viene data la possibilità di pentirsi: da ora in poi non si ha la certezza che il pubblico ufficiale che è stato corrotto non vada a denunciare il fatto. Il presupposto è che la confessione sia volontaria e su fatti non ancora oggetto di indagine. I reati devono essere stati commessi non più di sei mesi prima. Chi si pente poi deve restituire il maltolto, inoltre deve essere esclusa la premeditazione”.
“Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione, e 8 nuovi reati sono stati inseriti, non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione. Per condanne fino a due anni, il Daspo può durare da 5 a 8 anni. Quando invece la condanna è superiore a 2 anni il Daspo è a vita, è scritto nero su bianco”.
“Il primo a nominare il Daspo per i corrotti è stato tanti anni fa un piccolo imprenditore del Veneto che mi disse che sognava che chi veniva beccato con le mani nella marmellata non mettesse più piede nella Pa. Lo abbiamo portato avanti per anni in Parlamento all’opposizione e ora entra in un disegno di legge a tre mesi dall’insediamento”. Così il vicepremier Luigi Di Maio. “Adesso diciamo che chi finanzia un partito se lo vuole fare lo deve fare pubblicamente, non esiste più che la legge dello Stato fa da palo a partiti che fanno affari con le lobby e poi dopo le elezioni si sdebitano svenendo pezzi dello Stato. Smantelliamo questo meccanismo che è stato alla base di tutta la seconda Repubblica. Dimmi chi ti finanzia e ti dico per chi lavorerai il giorno dopo le elezioni. Questa è una battaglia storica del Movimento ma non solo, a nome del M5s non posso che essere felicissimo di questa iniziativa”.