Il decreto Semplificazioni, il taglio – selettivo e temporaneo – dell’Iva, ma non solo. Un nuovo provvedimento economico da varare entro metà luglio, per il quale il Governo si appresta a chiedere un nuovo scostamento di Bilancio, in modo da venire incontro alle richieste di Comuni e Regioni, rafforzare le misure di sostegno al reddito e rilanciare l’occupazione, alleggerire ulteriormente le scadenze fiscali.
L’Esecutivo prova a segnare un cambio di passo, rispondendo al pressing che arriva da Pd e Italia viva, nella consapevolezza che da qui in avanti ogni voto in Senato sara “come una finale”. Gli ultimi addii tra le fila del M5S – e, secondo i ben informati, ce ne saranno presto di nuovi – rendono ancora una volta palazzo Madama il luogo del ‘delitto’ perfetto. Giuseppe Conte ne è consapevole ma, data anche la ritrovata unità nel centrodestra, per lo meno di facciata, non intende ‘scoprirsi’ troppo sguinzagliando i ‘pontieri’ nella caccia ai responsabili. “Meglio lavorare pancia a terra”, spiegano dalla maggioranza. Restano i ritardi sulla Cig. Per cercare di vederci chiaro Conte incontra a palazzo Chigi Pasquale Tridico. Il premier si dice “fortemente insoddisfatto” per i ritardi che hanno messo alle strette gli italiani, ma rinnova al presidente Inps la sua fiducia. Chiede al suo interlocutore di formulare un parere su una proposta che vorrebbe avanzare con la ministra Catalfo volta a incentivare le aziende a non utilizzare la cassa integrazione in cambio di una robusta defiscalizzazione del costo dei lavoratori. “Questo – è il ragionamento – consentirebbe di favorire la ripresa delle attività dal lato dell’offerta, potrebbe portare a un sostanzioso risparmio delle risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali e consentirebbe ai lavoratori di rimanere in attività usufruendo della retribuzione piena”. Lui fa una fotografia dello stato dell’arte: “Noi abbiamo a oggi pagato 5,8 milioni di prestazioni per circa 2,9 milioni di lavoratori, al 22 giugno. Nel controllo che ha fatto l’Inps rimangono fuori 150mila beneficiari”. Oggi il premier riunirà di nuovo i capidelegazione per tirare le fila sul progetto di Rilancio. Al vertice parteciperanno anche gli ‘sherpa’ economici ed è prevista anche “un’informativa” sul decreto Semplificazione. Il premier, pur non avendo il sostegno degli alleati, non intende togliere dal tavolo delle ipotesi una revisione dell’Iva. Serve uno choc per i consumi, è il refrain, è un abbassamento selettivo e temporaneo potrebbe provocarlo. Sia dem che renziani, però, premono per ridurre le tasse sul lavoro.Resta fermo, poi, l’elenco dei dossier da sciogliere: Autostrade, Alitalia, ex Ilva. Nicola Zingaretti preme per chiudere “capitoli da troppo tempo aperti” e anche Matteo Renzi insiste perché “si passi dalle parole ai fatti per evitare crisi al buio”. Sulla revoca delle concessioni ad Aspi Conte vuole chiudere, ma i malumori nel M5S non si placano, anzi. Troppo ‘soft’ viene ritenuta la strada di ridurre le quote ai Benetton.
Il presidente del Consiglio ha poi sulla scrivania i numeri non certo rincuoranti del Fmi, che stima il Pil italiano in caduta del 12,8%. Roberto Gualtieri bolla come “pessimistiche” simili previsioni: “la riapertura dell’economia sta già producendo effetti tangibili”, assicura, annunciando nuovi interventi anche per quel che riguarda ammortizzatori sociali e spinta all’occupazione.