Ci sarebbe già un primo indagato nelle indagini per lo scontro tra uno yacht e una barca a vela avvenuto sabato pomeriggio nelle acque tra l’Argentario e l’Isola del Giglio, in provincia di Grosseto. Si tratta di Per Horup, il turista danese di 58 anni che stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti sarebbe stato al timone dello yacht al momento dell’impatto.
Sarà la perizia tecnica sull’imbarcazione su cui navigavano i 4 danesi, disposta dalla Procura di Grosseto, a stabilire se in quel momento fosse inserito il pilota automatico o meno. O se, come pare abbia affermato lo stesso Horup agli inquirenti, in quel momento i 4 a bordo fossero accecati dalla luce del sole. Non solo: la perizia dovrà fare luce anche su rotta e velocità del mezzo a motore. Dopo l’interrogatorio, gli investigatori della capitaneria di porto e il pm di turno, Valeria Lazzarini, hanno disposto i test antidroga e antialcol per i 4 a bordo: nelle prossime ore ci saranno gli esiti degli esami. Restano in piedi, nel fascicolo dell’inchiesta della Procura di Grosseto, i reati di omicidio colposo e lesioni (non di naufragio, come si era ipotizzato nella giornata di domenica, poiché le imbarcazioni non sono affondate). Gli inquirenti non tralasciano comunque nessuna ipotesi sulle cause del sinistro. L’incidente, avvenuto nel pomeriggio di sabato davanti le acque del Giglio ha visto lo yacht con a bordo i 4 turisti del nord Europa (oltre a Horup, la compagna, il figlio e la fidanzata del figlio) speronare la barca a vela su cui viaggiavano 3 coppie romane. Per uno di loro, il 59enne Andrea Giorgio Coen, non c’è stato nulla da fare, mentre altre 4 persone sono state ferite nell’impatto. Le ricerche di Anna Claudia Cartoni, una delle donne a bordo della barca a vela, scattate già nelle prime ore dall’incidente e proseguite fino a oggi, gestite dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano sotto il coordinamento della Centrale operativa della Direzione marittima di Livorno, purtroppo non hanno dato esito positivo: l’ex ginnasta romana resta dispersa. Sul fronte giudiziario il Codacons fa sapere di volersi costituire parte offesa nell’inchiesta aperta dalla Procura di Grosseto.
“Il problema di motoscafi e yacht che circolano nei nostri mari – scrive l’associazione a difesa dei consumatori – è concreto, così come è una realtà sotto gli occhi di tutti la costante violazione delle regole di navigazione. Il superamento dei limiti di velocità da parte delle imbarcazioni – spiega il Codacons – è oramai una prassi, ma è proprio la velocità eccessiva che determina collisioni rendendo difficile effettuare manovre in mare per evitare gli impatti, specie quando i motoscafi navigano col pilota automatico”. Codacons aggiunge inoltre che “il tragico incidente dell’Argentario e l’incremento di sinistri e collisioni nei nostri mari evidenzia la necessità di introdurre in Italia il reato di omicidio nautico”, ricordando che la proposta di legge approvata a febbraio in Senato è ferma alla Camera. Per il presidente Carlo Rienzi è “imprescindibile accelerare l’iter sull’approvazione del disegno di legge, allo scopo di mettere sullo stesso piano chi causa un incidente mortale su strade o in acqua, e per inasprire le pene contro i trasgressori che violano le norme sulla navigazione“.