La Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato nei confronti dell’attore e conduttore televisivo Ciro Di Maio per aver importato dalla Cina tre litri della cosiddetta ‘droga dello stupro‘ (Gbl, gammabutirrolattone) all’interno di un pacco transitato da Malpensa e da recapitare a un indirizzo fittizio di Milano.
La richiesta del sostituto procuratore Bianca Maria Baj Macario fa seguito all’inchiesta della Guardia di Finanza di Varese, inizialmente coordinata dalla Procura di Busto Arsizio e nata da un’analisi di monitoraggio rischi sulle merci in transito nello scalo aeroportuale lombardo, che nel dicembre 2020 ha portato all’arresto in flagranza del 48enne volto televisivo di programmi come ‘Carràmba! Che fortuna’ o sceneggiati come ‘Un posto al sole‘.
La droga trovata in casa
I finanzieri hanno messo in atto la tecnica della ‘consegna controllata‘ seguendo in incognito e a distanza la spedizione fino alla ricezione della stessa dal destinatario, diverso da quello nominalmente iscritto sul pacco, avvenuta a Milano. L’attività ha portato al sequestro di 3 litri di Gbl e l’arresto di Di Maio poi convalidato dal Gip di Milano che ha disposto i domiciliari. Durante la perquisizione in casa è stata trovata altra Gbl che poi veniva venduta nel resto d’Italia attraverso corrieri. I successivi approfondimenti investigativi delle fiamme gialle disposti dalla Procura di Milano hanno permesso di ricostruire come dal quantitativo di droga si sarebbero potute ricavare 3mila dosi per un guadagno da 30mila euro. Si tratta del secondo processo per Di Maio che rischia la condanna alla reclusione in carcere.