Migliaia di persone, bambini, adulti, uomini, donne, rappresentanti delle istituzioni, della politica e del mondo dell’associazionismo e del volontariato, oltre che della scuola, si sono radunate a Foggia per ricordare le vittime innocenti di mafia.
‘Terra, solchi di verità e giustizia’ è il tema della XXIII edizione’ della ‘Giornata della Memoria’ promossa da Libera, che ha scelto di raccontare questo luogo “perché le mafie del foggiano sono organizzazioni criminali molto pericolose che facciamo una tragica fatica a leggere”.
“La manifestazione di oggi – spiega Libera – è un modo per rompere in modo definitivo con questa logica muta, per riscattarsi dal fallimento culturale che non assolve nessuno, ma che coinvolge tutti. Il corteo, che attraversa Corso Garibaldi, via Capozzi, via La Marmora, viale Ofanto, Corso Roma e Piazza Italia, si ferma alle 11 in Piazza Cavour per la lettura dei 970 nomi. A seguire gli interventi.
Dalle 14.30 alle 17.30 si terranno dei seminari tematici”. Alla manifestazione è presente don Luigi Ciotti, fondatore di Libera con rappresentanti di associazioni, comitati di cittadini, esponenti dell’antimafia sociale, amministratori pubblici, magistrati.
Una giornata importante anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha voluto mandare un messaggio: “Nella Giornata dell’Impegno e della Memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, desidero riaffermare la mia vicinanza a quanti, con passione civile e profondo senso di solidarietà, sono riuniti a Foggia e in tante altre città per testimoniare come il cuore dell’Italia sia con chi cerca verità e giustizia, con chi rifiuta la violenza e l’intimidazione, con chi vuole costruire una vita sociale libera dal giogo criminale”.
E aggiunge: “I nomi – tutti i nomi – di coloro che sono stati uccisi dalle mafie suoneranno, ancora una volta, come monito alle coscienze di tutti. Fare memoria è un’opera irrinunciabile della comunità, esprime rispetto alle vite spezzate dal ricatto degli assassini, o dalla loro strategia di dominio. Ci fa chinare la testa davanti alla sofferenza indicibile dei familiari, manifesta il nostro legame sociale e, con esso, le radici di quei valori di civiltà e di umanità che la violenza mafiosa cerca di cancellare. Ripetere quei nomi costituisce anche un impegno. Per lo Stato e le sue Istituzioni, anzitutto, che sono chiamati a contrastare con sempre crescente energia le organizzazioni mafiose vecchie e nuove. Accanto a questo, sono necessari un allargamento della coscienza civile, una partecipazione attiva dei cittadini, un impegno convergente delle formazioni sociali, un radicamento della cultura della legalità”.
“La giornata di oggi trasmette speranza e guarda al futuro, mentre richiama la nostra responsabilità collettiva verso chi ha pagato con la vita quella violenza criminale che è rivolta contro ciascuno di noi e contro i nostri stessi figli. Dobbiamo costruire insieme una società senza le mafie, senza il loro disonore, senza l’infamia della loro sopraffazione”, conclude il presidente.