Prende il via a settembre il nuovo ciclo di conferenze per la stagione 2019/2020 promosso da Museo Egizio a Torino e ACME – Associazione Amici e Collaboratori del Museo Egizio: un programma articolato in 12 incontri incentrati sui temi della ricerca in ambito egittologico, museale e archivistico.
Martedì 3 settembre 2019, alle ore 18, si terrà dunque la prima conferenza, dal titolo “La pietra di Palermo: nuove ricerche e scoperte sul più antico annale regale egizio”, condotta da Massimiliano Nuzzolo*, egittologo, ricercatore presso l’Università Carlo IV di Praga e responsabile di un progetto di ricerca sulle origini e lo sviluppo del culto solare nell’antico Egitto. L’incontro ha per protagonista la cosiddetta “Pietra di Palermo” conservata presso il Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” del capoluogo siciliano: su di essa sono incisi in caratteri geroglifici gli avvenimenti storici delle primissime dinastie egizie, ossia le storie dei faraoni che regnarono dalla fine del IV Millennio a.C. alla metà del III Millennio a.C.. In particolare Nuzzolo illustrerà le nuove analisi autoptiche realizzate sul reperto nel corso del 2018 grazie alla “Reflectance Transformation Imaging” (RTI), tecnica innovativa di documentazione e riproduzione fotografica digitale. L’incontro, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, si terrà in lingua italiana e sarà introdotta da Paolo del Vesco, curatore del Museo Egizio, e dal vicepresidente Acme, Sandro Trucco.
– Le conferenze, di cui sono in definizione gli ultimi dettagli e che proseguiranno fino a giugno 2020, hanno l’obiettivo di rendere noti, agli addetti ai lavori così come al pubblico del Museo, i risultati e i passi avanti realizzati nell’ambito di varie ricerche in corso. Un’iniziativa che quest’anno si caratterizza per le forti e importanti connessioni internazionali: una finalità evidente nella scelta di ospitare sia conferenze di studiosi italiani che esteri condotte in lingua inglese (e con traduzione simultanea in italiano). Tra gli ospiti internazionali confermati vale la pena di citare: Vincent Rondot, direttore del dipartimento di antichità egizie del Museo del Louvre, Antonio Morales, direttore della missione archeologica dell’Università di Alcalà a Deir el-Bahari in Egitto, e Ramadan Badry Hussein, archeologo dell’Università di Tübingen e direttore dello scavo di Saqqara.