Achille Lauro, dopo giorni di polemica, ha deciso di dire la sua a chi lo ha attaccato per il suo intervento, un lungo monologo sul politicamente corretto, nello show ‘Felicissima Sera’ di Pio e Amedeo.
Durante una puntata del programma andato in onda su Canale 5 il cantante aveva anche re-interpretato una versione riveduta e corretta della sua hit ‘Rolls Royce’, diventata per l’occasione ‘Fiat Punto’, con il duo comico.
“Non parlo tanto, non metto la mia vita privata in piazza sui social. Non mi interessa e quando è successo non mi è piaciuto farlo, tuttavia in questi giorni di forte polemica ho capito che in alcuni momenti, invece, dovrei farlo” l’esordio dell’intervento in Rete di Lauro De Marinis (vero nome di Achille Lauro).
Una foto e un articolato post condiviso sui canali ufficiali dell’artista per fare chiarezza sulla sua persona e sul suo personaggio. Una lunga riflessione, quella di Achille Lauro.
A tutti coloro che lo accusano di essere un eccentrico, un clown e un fenomeno da baraccone, Lauro risponde: “L’ho capito quando mi hanno detto che il trucco è solamente appropriarsi di qualcosa che non mi appartiene. Ma il trucco non è solo trucco, è il mondo dove voglio portare le persone, è la mia volontà espressiva, è il colore e il vestito delle parole. L’ho capito quando mi hanno umiliato pensando che io sia un pagliaccio che si mette in mostra. Ma nella mia interpretazione artistica la musica non è solo musica. È spettacolo, è uno stato d’animo, è un ideale, è libertà estrema, è il rifiuto nei confronti di coloro che credevano che io non fossi libero, o non fossi all’altezza, è conseguenza di anni di umiliazioni e vergogna”.
Achille Lauro: Sono cresciuto tra gli emarginati e i reietti
Sotto accusa anche un suo commento per il 1° maggio. Il cantante romano risponde così: “L’ho capito quando per un commento riferito alla solidarietà su lavoratori dello spettacolo mi hanno dato dell’omofobo, dopo anni che mi danno del “frocio” pensando di offendermi! Da anni investo denaro, tempo e impegno per la tutela dei diritti umani, per i diritti delle persone abbandonate nelle carceri, per aiutare i bambini negli ospedali, per i ragazzi nelle comunità, per chi non ha una casa, per coloro che sono rimasti senza lavoro, per chiunque abbia bisogno di aiuto e per essere artefice e partecipe, nel mio piccolo, di una rivoluzione per cui la condizione sociale, culturale e umana delle classi deboli e discriminate possa cambiare definitivamente”.
Il post poi prosegue: “Per chi non mi conosce ci tengo a ricordare che lo faccio da quando non avevo una lira, perché sono cresciuto tra gli emarginati e i reietti, perché so che vuol dire sentirsi diverso, mai compreso, solo. Quando per il mondo non sei nessuno. Mia madre mi ha educato insegnandomi che aiutare gli altri è una priorità e per chi ne ha la possibilità è un dovere. Attenzione perché la realtà non è solo quella che vedete su giornali e tv e dietro quelle storie, molto spesso, ci sono vite vere fatte di sofferenza, valori e battaglie”.