Il governo ha posto la questione di fiducia sul ddl Anticorruzione in esame nell’aula del Senato, tra le proteste dell’opposizione. Il provvedimento aveva già ricevuto l’ok di Montecitorio con 288 si è 143 voti contrari, tra l’esultanza dei pentastellati, con in prima fila il guardisigilli Alfonso Bonafede, e la freddezza della Lega.
L’anticipo dei tempi di approvazione, da gennaio 2019 a dicembre 2018, è stato il prezzo che la Lega ha dovuto pagare per il piccolo incidente di percorso sulla norma prevista dall’emendamento a firma del deputo Vietillo (ex M5S, cacciato dal Movimento perché massone), che ammorbidisce il reato di peculato per gli amministratori locali.