Il Consiglio superiore della Magistratura ha accolto la richiesta di reinserimento dell’ex procuratore facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini, posto agli arresti domiciliari nel gennaio del 2017 (poi revocati a marzo) per favoreggiamento e induzione indebita.
La procura di Milano aveva chiesto, oltre alla sospensiva obbligatoria dall’incarico anche quella facoltativa. La legale di Longarini, Anna Chiusano, ha discusso la richiesta di reinserimento davanti al Csm il 5 ottobre scorso. “Non esistono infatti sufficienti elementi tali da renderlo fuori ruolo fin tanto che non verrà celebrato il processo”, ha spiegato l’avvocatessa. Le indagini a Milano sono ancora in corso e proprio in questi giorni dovrebbero scadere i termini di proroga chiesti al gip dalla Procura di Milano il 3 agosto scorso.
Quando un magistrato viene posto agli arresti domiciliari scatta la sospensione obbligatoria, spiega Chiusano, che può venire meno o “come nel nostro caso, la Procura può chiedere anche, per sicurezza e per evitare che venga meno quella obbligatoria che è legata alle misure cautelari, quella facoltativa”. Longarini verrà quindi rimesso in servizio con altre funzioni: è stato infatti assegnato al tribunale di Imperia con funzioni da giudice.