In vista di questa semifinale si è molto parlato dell’assenza di Neymar, indubbiamente pesantissima per il Brasile. Ma anche Sabella ha avuto i suoi problemi: prima è stato costretto a rinunciare ad Aguero, uno dei cardini del suo tridente incastonato intorno a Messi, e poi a Di Maria, l’altro vertice offensivo determinante nell’Albiceleste. L’infortunio di Angel Di Maria è stato forse la tegola peggiore in assoluto perché volente o nolente, e nonostante la prova eccellente di Higuain nei quarti di finale contro il Belgio, il CT argentino sarà costretto a cambiare volto tattico contro un’Olanda che davanti gioca sistematicamente a tre e che a centrocampo sta dimostrandosi piuttosto ordinata.
L’Argentina torna in una semifinale di Coppa del Mondo per la prima volta dopo 24 anni: ritmi sempre molto lunghi quelli dell’Albiceleste, secondi nel 1930, vittoriosi nel 1978 (contro l’Olanda) e nel 19856 (in Messico) e finalisti sconfitti dalla Germania in Italia, nel 1990. L’Argentina, in questo Mondiale è l’unica squadra che ha sempre vinto: ma sempre e solo con un gol di scarto. Germania, Brasile e Olanda sono state bloccate nel pareggio almeno una volta. Le cinque vittorie di questo mondiale rappresentano anche la miglior winning streak della storia per la formazione Albiceleste che solo nel 1986 riuscirono a fare altrettanto. Nove vittorie in dieci partite invece per l’Argentina per quanto riguarda la fase finale di Coppa del Mondo ma l’unica sconfitta, fatale, fu quella che rispedì a casa la nazionale allenata da Maradona in Sud Africa dopo il secco 4-0 subito dalla Germania a Cape Town.
A dispetto delle credenziali non eccezionali con cui l’Argentina si presentava qui al Mondiale, la difesa guidata dall’ex portiere della Sampdoria Romero si è dimostrata uno dei punti di forza dell’Albiceleste: due soli gol subiti nelle ultime quattro partite. Per altro nella gara contro la Nigeria che poco avrebbe dovuto dire in classifica finale. Per Romero, contro l’Olanda, sarà un ritorno: pochi lo sanno, ma il portiere argentino ha giocato per una sola stagione in Olanda nel 2009 e vinse il titolo di Eredivisie: il suo allenatore era proprio Van Gaal. Così come sotto Van Gaal ha giocato anche De Michelis, nel Bayern Monaco 2009/10, anche quello vittorioso nel campionato nazionale tedesco.
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