“Siamo una splendida donna, talmente bella che nessuno vuole invitarci al gran ballo della festa per paura che diciamo di no”. La battuta, qualche settimana prima del Mondiale, è stata pronunciata da Johann Cruijff, giocatore e uomo simbolo del calcio spettacolo olandese che da anni, in un paese relativamente piccolo e certo non affollatissimo ha costruito la propria struttura di educazione calcistica sulle basi dell’eccellenza. Basta fare un salto in Olanda e si capisce perché da trent’anni questo paese, che non ha certo i numeri dell’Italia, la tradizione dell’Inghilterra, la forza economica della Germania o l’immensa produzione di talenti offerta dal Brasile, riesce comunque a vivere nell’elite del calcio da almeno trent’anni. Una questione di metodologia e di capacità didattica che non è da tutti. Campi di calcio a perdita d’occhio e tanto tempo a insegnare i fondamentali: nelle scuole calcio olandese il metodo è uguale per tutti. E l’integrazione tra le varie etnie che sono arrivate dall’estero e dalle vecchie colonie olandesi ha fatto il resto in un ambiente cosmopolita, tollerante e votato all’integrazione.
L’Olanda non ha mai avuto molta fortuna: nei suoi momenti storicamente migliori ha perso sul più bello, e nel modo peggiore, spesso dai padroni di casa. Una sorta di sparring partner destinato a far fare bella figura al paese organizzatore: è accaduto in Germania e in Argentina nel 1974 e nel 1978 e poi anche quattro anni fa contro una Spagna che conquistò la vittoria solo grazie a un golletto ai tempi supplementari dopo due ore di snervante tiki-taka.
L’Olanda di Louis Van Gaal, soprannominato Van Geniaal dai tifosi ornajie non cambia formula: calcio totale e offensivo con quello che passa il convento. Che al momento garantisce Van Persie, Robben e Sneijder. Anche se a centrocampo non ci sono Rijkaard o Cruijff e se la difesa è decisamente migliorabile ci si può accontentare. Per l’Olanda è una sorta di vendetta: quella consumata contro la Spagna, strapazzata 5-1 all’esordio è stato un piatto freddo. Quella che ci si appresta a vivere contro l’Argentina, considerando il precedente del 1978 è addirittura gelido. In attesa della vendetta più attesa: quella contro la Germania, in finale, se i tedeschi dovessero eliminare il Brasile.
Sarà un match comunque storico per la nazionale olandese che giocherà la gara n.750 della sua storia dopo l’esordio avvenuto tardivamente, nel 1950 con un rate di 377 vittorie, 167 pareggi e 205 sconfitte.
L’Olanda vanta dieci vittorie in dodici partite di Coppa del Mondo. L’unica sconfitta quella che pesa di più ricordare, a Johannesburg nella finale del 2010. L’unico pareggio quello nei quarti con il Costa Rica, poi risolto ai calci di rigore. Con cinque pali colpiti l’Olanda, insieme alla Francia, è la squadra che ha creato il maggior numero di occasioni da gol. Tra le semifinaliste è al momento anche la formazione che segnato il maggior numero di gol, dodici, e che ha portato in rete il maggior numero di giocatori: ben sette.
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