Si trova nel carcere di San Vittore Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, arrestato nell’ambito dell’indagine della procura di Paola, in provincia di Cosenza, per bancarotta. Lo conferma a LaPresse l’avvocato Giuseppina Tenga, che insieme con il collega Luca Ponti difende Ferrero. “Oggi è Sant’Ambrogio e il carcere è chiuso – dice – Nessuno può andare a trovarlo. Sono riuscita a sentirlo almeno al telefono”. L’avvocato fa sapere che “tramite un autista siamo riusciti anche a mandargli un cambio di biancheria, con sé non aveva niente”.
Avvocato Ferrero: “Evidentemente dà fastidio a qualcuno”
“I fatti riguardano attività private di Ferrero, compreso il cinema, del 2003, con i fallimenti avvenuti nel 2017. Non discuto il provvedimento, ma il modo in cui si è svolta la vicenda. Evidentemente Ferrero dà fastidio a qualcuno“, ha aggiunto Giuseppina Tenga ai microfoni di Radio Punto Nuovo.
“Come sta fisicamente? Ho saputo che non è in buone condizioni di salute, ma, malgrado ciò, è stato condotto in carcere. Ha la pressione alta ed epistassi“, afferma l’avvocato. “La Sampdoria – ribadisce – non c’entra nulla, formalmente sarà costretto a dimettersi perché dal carcere, ovviamente, non può occuparsi di una società sportiva. Non me ne intendo di calcio, ma so che il presidente stava trattando con Stankovic per farlo diventare il nuovo allenatore della Sampdoria. Ecco perché al momento dell’arresto si trovava a Milano. I prossimi passi? Ci sarà l’interrogatorio di garanzia nei prossimi cinque giorni, poi ci sarà il nostro ricorso al Tribunale di Catanzaro”.
Gip: “Unica misura è carcere, esclusa pena minore di 3 anni”
“Il pericolo di recidiva, le risultanze del casellario e naturalmente i fatti contestati fanno escludere allo stato la futura concessione della sospensione condizionale, così come una pena detentiva minore di tre anni”. E’ severissima la descrizione dei profili di colpevolezza che il gip del tribunale di Paola (Cosenza) fa di Massimo Ferrero, l’imprenditore arrestato ieri a Milano per bancarotta e reati societari vari. Secondo il gip calabrese, regione dove Ferraro aveva trasferito la sede di quattro società fallite oggetto d’indagine, per l’ex patron della Sampdoria Calcio (società estranea all’indagine) “unica sanzione da irrogare appare quella della custodia cautelare in carcere, unica a recidere radicalmente le possibilità di porre in essere altri illeciti anche tramite contatti con indagati o soggetti terzi”.
Indagata anche ex moglie Laura Sini
Nell’indagine della procura di Paola (Cosenza) che ieri ha portato all’arresto di Massimo Ferrero è coinvolta Laura Sini, ex moglie dell’imprenditore romano. Anche per lei il pm aveva richiesto una misura cautelare custodiale. Ma il giudice preliminare Rosamaria Mesiti ha determinato che nonostante la gravità delle condotte la 56enne “risulta incensurata” e che per l’esiguo numero dei fatti che le sono ascritti “la misura cautelare interdittiva di 12 mesi appare idonea e pienamente rispondente alle esigenze cautelari”. Restano invece fuori dall’indagine Paolo Carini, incensurato, e Cesare Fazioli, con un solo precedente peraltro lontano nel tempo. Per loro il magistrato calabrese ha rigettato la richiesta di misure per “la natura occasionale” del reato nel primo caso, “per insufficienza di elementi” nell’altro.
I soggetti raggiunti dalle misure cautelari
Sono sette le persone interessate dall’operazione della Procura di Paola (Cosenza) che tramite la Guardia di finanza ieri ha portato in carcere l’imprenditore romano Massimo Ferrero per bancarotta plurima. Il presidente della Sampdoria, dimessosi in mattinata dalla carica del club calcistico che non è interessato dall’indagine, risulta essere dominus ed amministratore di fatto in quattro società fallite, tutte ubicate in Calabria; sua figlia Vanessa Ferrero in quanto amministratrice di Ellemme Group e di altre società del gruppo; il nipote Giorgio Ferrero in quanto ha rivestito varie cariche amministrative ed in più occasioni ha consentito di distrarre risorse dalle fallite; Giovanni Fanelli, persona di fiducia del gruppo Ferrero in cui ha rivestito cariche apicali; Aniello De Gatto, individuato dal gruppo come professionista idoneo a fare da liquidatore e trasferire la sede delle fallite da Roma ad Acquappesa (Cosenza), responsabile secondo gli inquirenti di tardive approvazioni e presentazioni dei bilanci; Roberto Coppolone che in qualità di amministratore ha consentito la distrazione di risorse e simulato il furto della contabilità; Laura Sini avrebbe invece commesso reati di ricorso abusivo al credito contribuendo a trasformare la natura giuridica della società su base patrimoniale già deficitaria. Per i figlia e nipote di Ferrero, per Fanelli, Del Gatto e Coppolone il Tribunale ha disposto il regime dei domiciliari. Sini ha invece subito il divieto di esercitare attività imprenditoriale per 12 mesi.
Gip: “Figlia ha sottratto 740mila da società”
“Con ripetuti prelevamenti dai conti bancari nella disponibilità della Elleemme Group srl, sia in contante che a mezzo assegni, distraeva l’importo di 740 mila euro, il tutto allo scopo di procurare a sè o ad altri ingiusto profitto e recare pregiudizi ai creditori”. Lo si legge nell’ordinanza del gip del tribunale di Paola, nel cosentino, in riferimento a Vanessa Ferrero, figlia dell’ormai ex presidente della Sampdoria, Massimo, finita agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della procura di Paola che ha portato in carcere il padre.
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