Dopo il calo del mese precedente, a gennaio la stima degli occupati torna a crescere, con un incremento di 25 mila unità (+0,1%) rispetto a dicembre. Lo riferisce l’Istat, precisando che su base annua si conferma l’aumento degli occupati, che sono 156 mila in più (+0,7%), determinato esclusivamente dalle donne. Il tasso di occupazione a gennaio sale al 58,1%, in aumento di 0,1 punti percentuali su dicembre. L’aumento dell’occupazione nell’ultimo mese, spiega l’istituto statistico, è dovuto alle donne e, con riferimento all’età, dalla forte crescita dei giovani di 15-24 anni e da quella più lieve degli ultracinquantenni, a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi di età centrali tra 25 e 49 anni. Crescono, inoltre, in misura consistente i dipendenti a tempo determinato, mentre calano i permanenti e gli indipendenti.
Sia l’occupazione dei dipendenti a termine, con 2,916 milioni di lavoratori, sia quella il tasso di occupazione femminile, al 49,3%, sono ai massimi storici. A gennaio l’aumento dell’occupazione è determinato dalla componente femminile (+0,4%) a fronte di un calo per quella maschile (-0,1%). Il tasso di occupazione dei scende al 67% per gli uomini (-0,1 punti percentuali) mentre sale di 0,2 punti per le donne. Anche il tasso di inattività delle donne manda un segnale positivo, portandosi al 43,7%, i minimi di sempre. Nel trimestre novembre-gennaio l’occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente. Segnali positivi si registrano tra le donne (+0,1%), gli over 50 (+1,0%) e soprattutto i giovani di 15-24 anni (+2,4%), a fronte di un calo tra gli uomini e nelle classi comprese tra 25 e 49 anni. Crescono nel trimestre i dipendenti a termine (+2,4%), mentre calano i permanenti (-0,3%) e gli indipendenti (-0,5%). Su base annua la crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409 mila) mentre calano gli indipendenti (-191 mila) e i permanenti (-62 mila). Aumentano soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+335 mila) ma anche i 15-24enni (+106 mila), mentre calano i 25-49enni (-285 mila). Al netto dell’effetto della componente demografica, l’incidenza degli occupati sulla popolazione cresce su base annua tra i 15-34enni e i 50-64enni, mentre è in calo tra i 35-49enni.
Il tasso di disoccupazione a gennaio sale all’11,1%, con un incremento di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre. L’Istat sottolinea che la stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere a gennaio (+2,3%, +64 mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo e che l’aumento della disoccupazione interessa donne e uomini e si distribuisce tra tutte le classi di età. Dopo l’aumento del mese scorso, a gennaio la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni cala dello 0,6% (-83 mila). La diminuzione interessa prevalentemente le donne e i giovani 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2 punti percentuali). Nel trimestre novembre-gennaio, rispetto ai tre mesi precedenti, si registra un calo dei disoccupati (-1,1%, -33 mila) e un aumento degli inattivi (+0,1%, +14 mila). A gennaio, su base annua, diminuiscono sia i disoccupati (-4,9%, -147 mila) sia gli inattivi (-0,6%, -75 mila).
Nello specifico il tasso di disoccupazione dei giovani, cioè la quota di 15-24enni disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 31,5% a gennaio, in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di ben 6 punti rispetto a un anno prima. Tenendo conto anche dei giovani inattivi, l’incidenza dei disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è invece pari all’8,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato), stabile rispetto a dicembre. Il tasso di occupazione dei 15-24enni cresce di un punto percentuale, mentre quello di inattività cala di 1,1 punti.