Gianfranco Fini, ex presidente di Alleanza Nazionale e una delle figure di riferimento per l’attuale destra di governo, invita la maggioranza ad affrontare con prudenza il tema dell’autonomia differenziata, che invece il leader leghista Matteo Salvini vuole realizzare entro la fine dell’anno. “I tempi sono basilari perché non è una piccola riforma. Per la Lega è una bandiera che non può essere ammainata ma anzi alzata sul pennone più alto e quindi ha fretta. Allora ecco il mio ‘caveat’: la fretta è cattiva consigliera“, ha dichiarato Fini ospite del programma ‘Mezz’ora in più’ su RaiTre. “Attenzione, dire come ha detto Calderoli ‘i Lep (livelli essenziali di prestazione, ndr) li individuiamo attraverso commissione interministeriale’ non si può fare, ci deve essere una legge, non un Dpcm”, ha proseguito l’ex ministro degli Esteri: “Se la riforma si fa male, senza un fondo di compensazione e senza una legge che definisce i Lep metteremmo a rischio l’unità nazionale“.
Tra gli altri temi trattati da Gianfranco Fini nella trasmissione di Lucia Annunziata, anche l’agitazione degli ultimi giorni nel governo sul tema delle accise. “Qualche scoglio nella navigazione c’è. Le fibrillazioni in un governo di coalizione sono inevitabili”, ha dichiarato. Un’agitazione almeno in parte dovuta all’imminente “test politico” costituito dalle elezioni regionali in Lazio e Lombardia. Alle politiche, ha proseguito Fini, “c’è stato un partito, FdI, che ha avuto un grande successo mentre i partner, Lega e Forza Italia, sono caduti in basso e hanno bisogno di alzare una bandiera e di dire ai loro elettori ‘ci siamo’. Il tema delle accise era lì sul tavolo. Dopo di che anche Forza Italia ha capito che usare 10 miliardi per mantenere lo sconto era un lusso che l’Italia non poteva permettersi”.
Infine il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), ancora in attesa di ratifica da parte dell’Italia: “Io credo che alla fine sarà ratificato, non può che essere così. Anche perché se non va bene così com’è nessuno ti obbliga a chiedere quel denaro”.