Il governo, rappresentato dal sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, ha chiesto più tempo sulle mozioni delle banche in discussione al Senato. L’obiettivo dell’esecutivo è arrivare ad “una soluzione più unitaria possibile”. Mdp, che aveva annunciato voto contrario alla mozione preparata dal Partito democratico, ha accettato il tentativo di mediazione. Questo però deve essere calendarizzato martedì prossimo, ha sottolineato la senatrice Mdp Cecilia Guerra. Il gruppo dei fuoriusciti dal Pd, insomma, sembra ottenere qualcosa minacciando di sfilarsi dalla maggioranza.
FORNARO (MDP): SERVE SEGNALE SU AMMINISTRATORI COLPEVOLI. “Il governo ha positivamente accolto il nostro richiamo alla coerenza e alla necessità di un largo consenso su di una mozione che possa lenire la ferita nel rapporti di fiducia tra i cittadini risparmiatori e il sistema bancario”, dichiara Federico Fornaro, vice presidente del gruppo dei senatori Mdp. “Fondamentale però è arrivare al voto già martedì prossimo – sottolinea lo stesso Fornaro -, con un testo che, partendo dalla nostra mozione, dia un segnale chiaro di giustizia una volta acclarata la responsabilità degli amministratori colpevoli di aver portato le loro banche al disastro, amministratori che devono essere messi nella condizione di non nuocere per il futuro”. “Oggi siamo nelle condizioni di aprire un capitolo che non eravamo riusciti ad affrontare in maniera così analitica con la conversione del decreto legge sulle Banche Venete – sostiene il presidente della Commissione Finanze a Palazzo Madama, Mauro Marino (Pd) -, in riferimento ad un allargamento dei rimborsi ai risparmiatori e all’inasprimento delle sanzioni per i manager responsabili di comportamenti non corretti. L’intenzione è quella di giungere ad un testo ragionato, utile e condiviso”.
BARANI E LA COMMISSIONE D’INCHIESTA. “In sede di conversione del decreto ‘Salva banche’ il relatore alla Camera aveva proposto un emendamento per inasprire alcune delle sanzioni attualmente in vigore per eventuali responsabilità degli amministratori degli istituti di credito e per ampliare la platea degli obbligazionisti cui estendere i benefici previsti dal fondo di solidarietà”, ricorda il senatore Lucio Barani, presidente del gruppo Ala-Sc. “L’emendamento, benché di maggioranza, ha però avuto il niet del Governo, perché si tratta di una maggioranza che non è maggioranza, ma è un vassallo succube della volontà dell’esecutivo”, aggiunge. Per Barani “questo è talmente vero che la Commissione d’inchiesta sulle banche è ancora ferma, dal momento che un gruppo di maggioranza non ha ancora nominato i propri rappresentanti perché vuole essere prima certo di ottenerne la Presidenza”.
LE PERPLESSITA’ DI CAMUSSO. Sulla commissione parlamentare sul sistema bancario “confesso tutte le mie perplessità”, ha detto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, durante un convegno. “Prima si delegittimano le istituzioni e poi ci si chiede se si è fatto un danno”, ha aggiunto, sottolineando che però “non c’è un unico responsabile”. “Questo non vuol dire che il Parlamento non sia libero di fare tutte le commissioni che vuole – precisa la sindacalista -, a noi piacerebbe che ne facesse una sulle condizioni del lavoro”.