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Beccaria, 4 ancora in fuga: su evasione doppia indagine

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Fuga di Natale dal carcere minorile. Succede a Milano dove domenica pomeriggio sette detenuti, alcuni dei quali maggiorenni, dell’Istituto Beccaria sono evasi scappando dal cortile di passeggio del penitenziario e poi arrampicandosi sulle impalcature issate sul muro di cinta per i lavori di ristrutturazione. Dopo la loro fuga, altri detenuti hanno dato fuoco ad alcuni materassi, rendendo inagibili parte dei locali del carcere e la situazione è tornata sotto controllo solo in nottata con un bilancio di quattro agenti ricoverati in ospedale per intossicazioni da fumo, nessuno dei quali in gravi condizioni.

Immediata la caccia ai fuggitivi, con posti di blocco e controlli delle forze dell’ordine in tutta la Regione, mentre sulla vicenda verranno aperte un’indagine interna e una della magistratura. Nel giro di poche ore tre dei sette evasi sono tornati in carcere, convinti dai familiari a costituirsi.

La notizia riapre il dibattito sulle condizioni delle carceri italiane e in particolare degli istituti minorili. Di “vicenda grave” parla la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto. Per il Garante nazionale delle persone private della libertà si tratta di un “episodio grave”, ma è necessario “non gettare disvalore verso un sistema, quello della giustizia minorile, che funziona e che ha visto negli anni importanti successi di reinserimento positivo di giovani nella vita esterna”.

Tuona invece il vice presidente del Consiglio Matteo Salvini: “Non è possibile evadere così semplicemente”, con il sindaco meneghino Giuseppe Sala che da parte sua evidenzia: nel carcere Beccaria “da quasi vent’anni non c’è un direttore, e ce la si è cavata con dei ‘facente funzione’. Da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai. Questa è la situazione. Chi si vuole scandalizzare per l’accaduto è libero di farlo. Ma la realtà va guardata in faccia”.

“Hanno vissuto la splendida avventura della fuga, gli altri erano erano invidiosi di non averla potuta fare – dice don Gino Rigoldi – Il fatto che questi sette la pagheranno cara non ce l’hanno mica in mente, non è roba da 16-17enni. Non torneranno da eroi perché andranno a finire in altre carceri in giro per l’Italia”. Ad essere trasferiti, assicura il sottosegretario alla Giustizia con delega ai minori, Andrea Ostellari, saranno anche otto ragazzi che hanno partecipato ai disordini. “Come governo – chiarisce Ostellari -ribadiamo la nostra volontà netta di chiedere un giudizio di eventuali responsabilità per coloro che dovessero essere coinvolti dopo l’indagine”.

Mentre in Lombardia prosegue la caccia ai giovani evasi, un’altra notizia allarmante arriva dal carcere di Rebibbia a Roma, dove nella notte sono state lanciate, per fortuna senza conseguenze, bombe molotov nel parcheggio per il personale del settore femminile. “Serve un decreto carceri che, con carattere d’urgenza, affronti l’emergenza e potenzi la polizia penitenziaria mancante di 18mila unità – conclude Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa polizia penitenziaria – ma è necessaria anche una legge delega per riforme complessive” del settore.

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