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Biden: ‘Middle class Joe’, il veterano della politica al terzo tentativo per la Casa Bianca

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

 Barack Obama lo ha definito “il miglior vicepresidente che l’America abbia mai avuto”. Il soprannome con cui è noto è ‘Middle class Joe’. Ma nessuna definizione è più adatta a Joe Biden di quella di veterano della politica.

 A 77 anni, Biden ha alle spalle oltre 30 anni da senatore e due mandati da vice di Obama (2009-2017), e questa è per lui la terza corsa per la Casa Bianca. La prima volta ci provò lanciandosi nelle primarie Dem nel 1988, ma dovette ritirarsi dopo le accuse di plagio (uno dei suoi discorsi somigliava molto a quello di un laburista britannico). La seconda volta, nel 2008, fu battuto da Obama, che poi lo volle come suo vice proprio perché aveva bisogno di un veterano: Barack aveva il carisma, Joe – che carismatico notoriamente proprio non è – aveva l’esperienza politica. Questo contro Donald Trump è dunque per Biden il terzo tentativo per la presidenza: nel 2016 non provò a soffiare la corsa a Hillary Clinton perché ancora molto scosso dalla morte nel 2015 del figlio Beau, procuratore generale del Delaware, per un cancro al cervello.

 Non è l’unica tragedia privata che Biden ha dovuto affrontare. Ancora 29enne, nel 1972, perse la prima moglie Nilia e la figlia Naomi in un incidente d’auto in cui invece sopravvissero, feriti, i due figli. Il secondo matrimonio, con l’attuale moglie Jill, giunse cinque anni dopo, e insieme ebbero una figlia.

 Noto per le sue gaffe – famoso l’episodio in cui in una riunione chiese a un senatore in sedia a rotelle di alzarsi in piedi – Joe Biden, ha sempre mantenuto un profilo basso, pur ricoprendo incarichi politici non da poco.

 Nato nel 1942 a Scranton, città operaia della Pennsylvania, in una famiglia cattolica di origini irlandesi, una famiglia della ‘middle class’ appunto con il padre venditore d’auto, da piccolo riuscì a superare un problema di balbuzie. La famiglia si trasferì poi in Delaware, dove lui frequentò l’università studiando storia e scienze politiche, prima di diventare avvocato. È proprio in Delaware che un giovanissimo Biden, a soli 29 anni, diventò per la prima volta senatore: fu rieletto sei volte, per 36 anni, e al Senato fu due volte presidente della commissione esteri.

 Fra le leggi di cui si fece promotore da senatore, una contro la violenza domestica. Dei suoi otto anni alla Casa Bianca a fianco di Obama, invece, si ricorda quando nel 2012 si disse favorevole alle nozze gay prima ancora che lo facesse il presidente: il sì di Obama arrivò qualche giorno dopo.

 Come Joe Biden aiutò Obama a diventare il primo presidente afroamericano della storia Usa conquistando il voto degli operai bianchi, così quest’anno Obama potrebbe aiutare il suo ex vice a ottenere il sostegno dell’elettorato afroamericano. L’ex presidente Usa si è speso molto in prima persona per Biden in queste ultime battute della campagna elettorale, fino al comizio congiunto dei due sabato in Michigan.

 Rispetto all’esuberante Donald Trump che ha continuato a fare comizi su comizi affollati di pubblico senza mascherina, Biden ha scelto un’impronta più istituzionale e già ‘presidenziale’, martellando sulla cattiva gestione della pandemia di coronavirus e dando lui stesso il buon esempio restando a lungo confinato da marzo nella sua casa in Delaware, da cui partecipava a eventi perlopiù virtuali. In ques’ultima fase, invece, si è concesso comizi di persona, ma soprattutto con la formula drive-in.

 Accuse di molestie sono state mosse contro Joe Biden l’anno scorso, da due donne che gli contestarono un bacio sulla testa senza consenso e uno sfregamento di naso, mentre una ex assistente, Tara Reade, lo accusò di abuso sessuale. Accusa che Biden ha sempre negato. Accuse piombarono inoltre su di lui anche per alcuni commenti razzisti, etichettati poi come gaffe dovute alla sua proverbiale goffaggine, ricorda Rfi: una volta paragonò i bambini neri ai bambini poveri e un’altra elogiò i suoi buoni rapporti al principio della carriera con due senatori segregazionisti. Cosa che gli fu rimproverata dalla senatrice della California Kamala Harris, attualmente in corsa in ticket con lui come vice.

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