Il paziente può abbandonare il trattamento terapeutico. E’ quanto prevede un emendamento al comma 6 dell’articolo 1 approvato dall’aula della Camera alla proposta di legge sul biotestamento. La norma della Commissione Affari sociali, con parere favorevole del relatore, mentre il governo si è rimesso al volere dell’aula, è stata licenziata con 360 sì, 21 contrari e due astensioni.
Il comma soppresso dal voto dell’aula recitava: “Il rifiuto del trattamento sanitario indicato dal medico o la rinuncia al medesimo non possono comportare l’abbandono terapeutico. Sono quindi sempre assicurati il coinvolgimento del medico di famiglia e l’erogazione delle cure palliative”.
SI’ AL CONSENSO INFORMATO. Via libera anche all’articolo 1 della proposta di legge sul biotestamento con 326 sì. Si sono dichiarati contrari Forza Italia e Alternativa popolare, favorevoli Partito democratico, M5S e Mdp. L’articolo rappresenta il cuore della legge e regola il consenso informato del fine vita. Su quest’ultimo punto l’aula ha approvato che il paziente possa rifiutare anche l’idratazione e la nutrizione artificiali.
Tra gli emendamenti approvati oggi all’articolo 1 della proposta di legge sul biotestamento la possibilità per il paziente di può abbandonare il trattamento terapeutico. In questo caso però “il medico non ha obblighi professionali”, quindi potrà rifiutarsi di staccare la spina. Il comma modificato recita: “Il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale. Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico-assistenziali, a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali”. Inoltre non ci saranno differenze tra cliniche pubbliche e private nell’applicazione della legge qualora “non rispondenti alla carta dei valori su cui fondano i propri servizi”.
Tra gli emendamenti approvati precedentemente quello a firma del verdiniano Ignazio Abrignani, secondo cui il paziente che rifiuta le cure ha diritto all’assistenza psicologica, che dovrà essere promossa dal medico come forma di sostegno in suo favore. Una larghissima maggioranza ha approvato anche, con 445 voti favorevoli e nessun voto contrario, un emendamento targato Movimento 5 Stelle relativo al consenso informato e alle modalità in cui deve essere espresso. L’emendamento, riformulato e con parere favorevole della relatrice di maggioranza Donata Lenzi (Pd), va a modificare il comma 4 dell’articolo 1 in questo modo: “Il consenso informato, acquisito nei modi e con gli strumenti più consoni alle condizioni del paziente, è documentato in forma scritta o attraverso videoregistrazioni o, per la persona con disabilità, attraverso dispositivi che le consentano”.