“Noi sui diritti siamo seri e determinati. E andiamo avanti. Si può completare una legislatura di svolta”. E’ fiducioso il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che, intervistato da Repubblica, torna sul tema del biotestamento e dello ius soli. “Possiamo farcela. Il biotestamento si può approvare oltre le polemiche da campagna elettorale. Vogliamo colmare un vuoto legislativo durato troppi anni. Ci sono tutte le possibilità per una convergenza larga in Parlamento. Vogliamo avere una legge a otto anni dalla morte di Eluana Englaro, a uno da quella di Umberto Veronesi, che da senatore ci richiamò a promuovere una legge giusta”.
“Noi lavoriamo su entrambi i fronti – spiega, riferendosi poi allo stallo sullo ius soli -. Non esiste una classifica, ci proviamo fino in fondo. Anche politicamente sono questioni differenti, perché il biotestamento è una materia che ha una sua trasversalità particolare”. Lo ius soli “è una legge di civiltà – aggiunge -, di diritti, doveri e responsabilità. Al Senato dopo il voto della legge di bilancio si capirà meglio la situazione, nel pieno rispetto delle decisioni della conferenza dei capigruppo”.
E mentre la strada per arrivare all’approvazione dello ius soli sembra ancora disseminata di ostacoli, sul fine vita sembra esserci qualche speranza in più. Sempre secondo quanto riporta Repubblica, l’ok sul testo potrebbe arrivare con i voti di Pd, M5S, Autonomie, di un pezzo di Gal e Ala, e forse anche di qualche alfaniano. E ieri proprio i pentastellati hanno fatto sapere di essere pronti: “Adesso portiamo nell’Aula di Palazzo Madama questa legge e approviamola, senza compromessi al ribasso o modifiche che ne svuotino il contenuto”. Ma i rischi di dietrofront sono dietro l’angolo e il tempo è poco: dal 5 al 17 dicembre solo tre sedute al Senato potranno essere dedicate a questo capitolo e basterebbe un solo emendamento per far tornare il testo alla Camera.
In attesa di capire cosa succederà, il dibattito sul tema torna a diventare terreno di scontro e polemiche, con Salvini che prima finisce nella bufera e poi è costretto a correre ai ripari. “Aspettiamo Renzi, quando smetterà di smanettare su Facebook vedremo cosa fare sulla legge sul fine vita. Io mi occupo dei vivi. Quando sarà ora mi occuperò dei morti”, la dichiarazione del leghista. Le reazioni sono durissime. “La differenza tra noi e loro è tutta in questa frase crudele e senza rispetto per la sofferenza delle persone #avanti con il #biotestamento #cosegiuste” scrive la deputata Dem Alessia Morani, su Twitter. Mentre Maurizio Martina consiglia di “avere sempre grande, grande, grande attenzione a utilizzare strumenti e parole giuste per un tema così delicato che ha a che vedere con la fase più delicata della vita delle persone”. Il ministro poi attacca: “Quando certi temi vengono buttati lì in un modo diciamo troppo propagandistico” serve “un alt per il bene di tutti”.
Il leader del Carroccio cerca quindi di correggere il tiro: “Il Senato ha pochi giorni per approvare le ultime leggi. Sul Biotestamento io sono assolutamente disponibile a ragionare, ma è giusto ragionare come morire bene, ma io ragiono anche di come aiutare a vivere bene i milioni di italiani che sono sotto la soglia di povertà”.