Sono 52 i provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip del Tribunale di Frosinone ed eseguiti dalla polizia di Stato e dai carabinieri di Frosinone. Le indagini hanno permesso di smantellare un’organizzazione dedita allo spaccio di droga che aveva costituito la sua base logistica ed operativa all’interno di un noto complesso di edilizia residenziale pubblica, comunemente noto proprio con il nome di ‘casermone’.
L’operazione ‘Fireworks‘ prende il nome dall’uso dell’organizzazione di ‘reclamizzare’ la vendita dello stupefacente attraverso l’accensione dei fuochi pirotecnici, visibili a distanza, per segnalare la disponibilità di droga.
L’associazione criminale aveva realizzato un vero e proprio punto vendita all’interno di una delle scale di salita ai piani alti, blindandone il portone d’ingresso e vietando l’accesso ai ‘non addetti’ alle cessioni della droga posizionando delle vedette, pronte a dare l’allarme in caso di arrivo delle forze dell’ordine, gridando frasi convenzionali: “Carmela” (per indicare l’arrivo della polizia) e “Nerone” (per indicare l’arrivo dei carabinieri).
Altri appartenenti all’organizzazione avevano il compito di accogliere gli acquirenti, per indirizzarli verso il punto vendita, conosciuto da tutti come ‘finestrella’; questo perché lo scambio droga/soldi avveniva attraverso una fessura, realizzata nel vetro blindato di una piccola finestra, situata al pian terreno della tromba delle scale, monopolizzata dal gruppo criminale.
A completare la perfetta piramide organizzativa, vi erano dei veri e propri ‘capi turno’ addetti a sovrintendere alla piazza di spaccio nonché altri associati incaricati di custodire lo stupefacente e preparare le dosi per la vendita. Il supermarket della droga era aperto 24 ore al giorno, ogni giorno della settimana, scanditi in veri e propri turni lavorativi permettendo di realizzare guadagni che raggiungevano anche cifre di 40 mila euro al giorno.
Durante le varie perquisizioni dei poliziotti sono stati sequestrati diversi ‘fogli di servizio’, riportanti la programmazione dei turni settimanali, le sigle indicanti i ruoli e compiti ed i nomi dei complici incaricati di svolgere le mansioni programmate.
Il ruolo operativo più delicato era riservato a chi si posizionava dietro il portone blindato, come addetto alle compravendite e che custodiva la ‘cassa’ giornaliera, consistente in un borsello con all’interno le dosi di cocaina, hashish e marijuana pronte per lo spaccio, i soldi frutto delle cessioni e la contabilità delle vendite.
A completare la ‘disciplina’ dell’organizzazione vi erano delle vere e proprie consegne scritte, a cui gli addetti ai ruoli operativi dovevano attenersi e la violazione di tali regole comportava sanzioni disciplinari, che andavano dalle semplici multe, con decurtazione dello stipendio, alla sospensione temporanea dal servizio, fino alla sanzione più grave consistente nell’espulsione dalla compagine criminale, con conseguente perdita dei lauti guadagni.