La verità è che siamo i soliti italiani: un po’ piagnoni, un po’ complottisti, sempre animati da un retropensiero che ci porta a vedere lo sporco e il poco chiaro dappertutto.
Però… se ci ricordiamo l’arbitraggio di tal Byron Moreno e certe partite che inspiegabilmente finivano proprio con quel risultato che avrebbe eliminato l’Italia, o di sorteggi il cui regolamento (del tutto casualmente) vengono cambiati all’ultimo istante e che (sempre casualmente) favoriscono le nazionali di cui sono rappresentanti il Presidente della Fifa e quello della Uefa, saremo anche malfidati ma a quanto pare abbiamo buona memoria.
Dunque, meglio lasciare perdere i dati presunti e parlare di dati di fatto: l’Italia è in un girone non facile. Né comodo, come dicono alcuni, né impossibile come dicono altri. Il Costa Rica è una squadra del tutto abbordabile e alla portata della squadra azzurra. Basta non pensare che dicevamo esattamente la stessa cosa della Nuova Zelanda nel 2010. L’Uruguay ha un attacco atomico con Suarez, Cavani e Forlan, un centrocampo ordinato e di piedi buoni e una difesa esperta ma non granitica. Qualificato come quinto del girone sudamericano e grazie allo spareggio contro la Giordania, L’Uruguay resta semifinalista dell’ultima edizione e squadra che di Mondiali ne ha vinto comunque due. L’ultimo dei quali proprio in Brasile. Nel 1950. A Rio e dintorni piangono ancora oggi e dopo il Maracanazo (lo abbiamo promesso ne parleremo) a centinaia si suicidarono per il dispiacere. L’Inghilterra è una squadra che non ha destato una grandissima impressione nel suo girone eliminatorio: allenata da Hodgson, tecnico che conosciamo bene, ha almeno tre sontuose individualità e parecchi problemi da risolvere in porta e in difesa. La qualificazione ce la giochiamo alla pari con loro e con l’Uruguay. Alla pari, almeno sulla carta e almeno in partenza. Quello che arriverà dopo è più difficile da dire: forse il Giappone di Zaccheroni, e più avanti Spagna, o Brasile, o Argentina… In ogni caso sarà un percorso a ostacoli tant’è che la nostra quota iniziale che era 25.00 ora è salita a 30.00.
Parlando invece delle città che ci ospiteranno se il ritiro, come pare, sarà a Mangaratiba, meraviglioso resort balneare nei pressi di Rio, l’Italia dovrà farsi parecchi chilometri e saltare come si suol dire di palo in frasca. Prima partita con l’Inghilterra a Manaus: siamo nel cuore dell’Amazzonia caldo opprimente e umidità stellare. Ma nei dintorni di questa meravigliosa città costruita sul Rio delle Amazzoni (la più interna tra quelle che ospitano il mondiale) ci sono anche alcune splendide strutture sportive al riparo di sacche di vegetazione quasi mediterranea. Seconda partita, sei giorni, dopo all’Arena Pernambuco di Recife, e dunque sulla costa: qui affrontiamo il Costa Rica. Una delle località più note agli italiani che in Brasile ci vanno per vacanza: non caldissimo, molto ventilato, sicuramente umido per lo meno in quel periodo. Altri quattro giorni ed eccoci poco più a nord di Recife, a Natal, la città forse più mediterranea del Brasile. Qui, all’Arena das Dunas, giocheremo con l’Uruguay sperando che il più sia fatto. Caldo, meno umidità e di tanto in tanto scrosci di pioggia improvvisi e violentissima. A giugno capita spesso.
Tuttavia senza ombrello e al grido di “mojito e infradito”, ma solo per la rima visto che la caipirinha è imbattibile, siamo pronti a fare le valigie. E forza azzurri.
Better Man
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