Stesso trattamento riservato all’Olanda e l’Italia comincia senza incertezze: e questo sembra già molto considerando il momento di confusione, di discussione e anche di incertezza del nostro calcio. Prendiamo per buoni i due gol, la solidità difensiva di una squadra che pur senza dare spettacolo non ha rischiato nulla, il primo gol di uno Zaza che ha dato effervescenza a tutto il pacchetto italiano e soprattutto i tre punti che (mai così più banale di questa può essere scritta) erano la cosa più importante).
Il resto può attendere con le prossime partite in programma il 10 ottobre a Palermo contro l’Azerbaijan (battuto 2-1 a fatica dalla Bulgaria) e tre giorni dopo con la trasferta di Malta. Chi si stupisce che Zaza sia un attaccante brillante evidentemente segue sempre e solo la sua squadra: e forse quel giorno, nello scontro diretto, Zaza non c’era o non aveva giocato bene. Sono almeno due anni che Simone Zaza si dimostra uno degli attaccanti italiani più volitivi e prolifici. Gioca e fa giocare, crea spazi, non offre punti di riferimento. Un improvvisatore nato: razza rara tra gli attaccanti di oggi che devono ricevere la palla sulla cravatta e se sbagliano avevano la scusa dell’erba smossa davanti al piede d’appoggio. È un giocatore che ama il colpo a sensazione, a volte anche troppo.
Forse è proprio quello che ci vuole: Conte, che nel modulo non inventa assolutamente niente perché sembra di vedere la Juventus di Conte, ha avuto un merito che gli va riconosciuto. Aver mandato in campo un giocatore per ora non ancora corrotto dai poteri forti e inquinanti che ha entusiasmo a sufficienza per trascinarsi dietro veterani, appagati e reduci.