Il bilancio delle italiane nell’impegno europeo è stato tutt’altro che positivo, in alcuni casi addirittura disastroso. La Roma, prima a scendere in campo, sicuramente non ha dato il la per una sinfonia tricolore: un 1-7 che non ha ammesso repliche e che ha lasciato di stucco tutti, forse anche gli stessi giocatori del Bayern Monaco che non si attendevano un match così semplice. La Juventus ha provato a rialzare i colori azzurri ma contro l’Olympiacos non c’è stato nulla da fare. Un po’ la sfortuna, un po’ l’aver giocato solamente il secondo tempo, un po’ la bravura degli avversari guidati da un super Roberto, ma alla fine dal Pireo i bianconeri sono tornati con un pugno di mosche: zero gol fatti, zero punti conquistati e molti rimpianti. In Europa League leggermente meglio ma di sicuro non è stato espresso un calcio spumeggiante da scrivere negli annali. Il Torino ha compiuto il proprio dovere vincendo in casa contro i mediocri avversari scandinavi dell’HJK, la Fiorentina ha avuto la meglio di misura contro un PAOK Salonicco disordinato e tecnicamente inferiore, l’Inter non è andata oltre un triste 0-0 contro il St. Etienne, mentre il Napoli è riuscito addirittura a perdere 2-0 nella trasferta svizzera contro gli Young Boys. Cosa sta succedendo al calcio italiano? Dove stiamo andando a finire? Queste sono le classiche domande che emergono sui giornali in questi giorni. Purtroppo bisogna guardare in faccia la realtà e accontentarsi per adesso di essere e restare mediocri ancora per un po’. La qualità tecnica è un vecchio ricordo, personalmente non credo sia un problema di soldi quanto più un problema di individui, in generale, dagli allenatori ai giovani che crescono. Non c’è più fame di arrivare, non c’è più voglia di primeggiare, probabilmente non si sa nemmeno più insegnare il calcio. In compenso magari tra qualche anno potremo vincere qualche medaglia nell’atletica leggera.
Non c’è tempo per guardarsi indietro
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