E non ci sono tutti i talenti che sono nati in Bosnia o hanno origine bosniaca e hanno deciso di vestire la maglia di altre nazionali. Un caso su tutti? Quello di Zlatan Ibrahimovic: bosniaco di Bijeljina che è cresciuto calcisticamente in Olanda ma a suo tempo ha scelto la Svezia come propria nazione di residenza. E paradossalmente sarà il grande assente di questo Mondiale. Invece la Bosnia c’è: per la prima volta nella sua storia. Ed è un mezzo miracolo se pensiamo che solo fino a pochi anni fa questo paese non esisteva sulle carte geografiche e la sua etnia era alle prese con un conflitto devastante.
Le cose sono decisamente cambiate. I talenti sono cresciuti, oggi maturano nei grandi club in Olanda, Germania e Italia ma alla fine vestono la maglia di una nazionale che ci ricorda di Mostar e Sarajevo non solo per una guerra civile che ha devastato un paese e distrutto famiglie. Non è un caso che a guidare questa Nazionale ci sia Susic che è stato il primo grande talento di una generazione di fenomeni e che ha voluto dare la sua impronta ai giovanissimi che oggi costituiscono una grande realtà.
Alcuni hanno lasciato una Bosnia in fiamme e sono fuggiti in altri paesi, altri hanno perso i genitori e sono stati adottati altrove: Salihovic e Misimovic per esempio scapparono in Germania; il romanista Pjanic è cresciuto in Lussemburgo e Ibisevic negli States. Lulic ha studiato in Svizzera dove il padre aveva trovato lavoro come operaio. Dzeko poi, il giocatore più rappresentativo di questa squadra (nella foto) è un altro dei sopravvissuti. Non quanto Heris Medujanin, messo su un treno, poco più che bambino, insieme a sua sorella durante le rappresaglie etniche. Loro arrivarono sani e salvi in Germania, il padre no. Heris decise di giocare per la Bosnia da subito, per ricordare il padre e quattro anni fa perse contro il Portogallo lo spareggio per andare in Sud Africa. Ma oggi la Bosnia è più forte e più esperta. Ha vinto facilmente il suo girone di qualificazione segnando gol a raffica ed esprimendo un gioco spettacolare, imprevedibile e divertente. Li chiamano “i matti”, i brasiliani d’Europa: più genio che sregolatezza. Squadra da non sottovalutare: si presenta al mondo con tanta qualità, una gran dose di talento e un allenatore come Susic, 59 anni, che sa come si mette in campo una squadra e non ha certo bisogno di motivare giocatori che da anni attendono questa occasione.
Questi i giocatori convocati
Portieri: Asmir Begovic, Jasmin Fejzic e Asmir Avdukic
Difensori: Emir Spahic, Sead Kolasinac, Ermin Bicakcic, Ognjen Vranjes, Toni Sunjic, Avdija Vrsajevic, Ervin Zukanovic
Centrocampisti: Zvjezdan Misimovic, Haris Medunjanin, Miralem Pjanic, Mensur Mujdza, Sejad Salihovic, Senad Lulic, Izet Hajrovic, Senijad Ibricic, Tino Susic, Muhamed Besic e Anel Hadzic
Attaccanti: Edin Dzeko, Vedad Ibisevic, Edin Visca
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