“La posizione dell’Unione europea è molto chiara”, “le istituzioni Ue restano unite e stiamo dalla parte dell’accordo che abbiamo negoziato con il Regno Unito“. Non usa mezzi termini il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, parlando dello stallo con Londra all’indomani del voto con cui la Camera dei Comuni ha dato alla premier britannica Theresa May il mandato per rinegoziare l’accordo, in particolare sul backstop. May parlerà oggi con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e con il premier dell’Irlanda Leo Varadkar. Sempre oggi affronterà il question time settimanale alla Camera dei Comuni e incontrerà il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn per discutere dei passi successivi.
Guy Verhofstadt, che è a capo del gruppo dell’Europarlamento per la Brexit (composto da sei membri), ha affermato che la clausola del backstop è “assolutamentre necessaria” e che non ci sono quasi margini di manovra per cambiare l’accordo. Un altro membro del gruppo, Philippe Lamberts, si è spinto oltre, dicendo a Bbc radio che i brexiteers più radicali “credono in un miraggio”.
Anche Varadkar continua ad escludere ogni possibilità di riaprire i negoziati. “Come il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha detto ieri, non offriamo alcuna rinegoziazione e la rinegoziazione non è sul tavolo”, ha dichiarato Varadkar parlando alla Camera bassa del Parlamento irlandese. “Non ci sono basi per organizzare un summit di emergenza”, ha concluso Varadkar.
Dello stesso parere la Germania. “La nostra posizione è chiara: l’accordo di ritiro è la migliore e unica soluzione per un’uscita ordinata”, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, aggiungendo che l’Ue non lascerà l’Irlanda isolata.