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Brexit, la May promette: “Basta libertà di movimento e di lavoro dalla Ue”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

Una vera e propria fine alla libertà di movimento dal resto d’Europa, fine anche della giurisdizione della Corte Europea di Giustizia, libertà per il Regno Unito di firmare i propri accordi internazionali commerciali. Theresa May ha messo nero su bianco i principi della sua Brexit. Lo ha fatto con un articolo per il Sun di questa mattina che ha rilanciato lei stessa sulla sua pagina Facebook.  La frase che farà più discutere e fa agghiacciare i tanti giovani che, in questi anni, sono andati a Londra a cercare lavoro, è la seguente: “Non sarà più permesso alle persone di arrivare qui da tutta Europa nella remota possibilità che possano trovare un lavoro. Accogliamo sempre i professionisti qualificati che aiutano il nostro paese a prosperare, da medici e infermieri a ingegneri e imprenditori, ma per la prima volta da decenni, avremo il pieno controllo delle nostre frontiere. E sarà il Regno Unito, non Bruxelles, a decidere a chi dovrebbe essere permesso di vivere e lavorare qui”.

Due anni fa, dice Theesa May, “il popolo del Regno Unito ha parlato con numeri mai visti quando ha votato per lasciare l’Unione europea. Da allora, la mia priorità  è stata quella di dare a questo paese la Brexit che ha richiesto – e, con il piano che verrà pubblicato giovedì, stiamo facendo il prossimo passo”. La premier britannica risponde con tre decisi “sì” alle domande che, racconta, la gente le fa nei suoi incontri pubblici: “Quando penso alle persone con cui ho parlato negli ultimi due anni, mi è chiaro che tre domande si presentano più di altre. Significa la fine della libertà di movimento? Saremo in grado di firmare i nostri accordi commerciali? E il Regno Unito sarà al di fuori della giurisdizione della Corte europea? Sono molto contento di dire che le risposte sono molto semplici: sì, sì e sì”.

Detto dello stop alla libertà di movimento, May torna sugli altri due temi: “Avremo la nostra politica commerciale completamente indipendente, il nostro seggio all’Organizzazione mondiale del commercio e la possibilità di fissare tariffe e concludere accordi commerciali con chiunque ci piaccia”. E con il suo progetto di Brexit “riprenderemo il controllo delle nostre leggi. Non saremo più soggetti alla giurisdizione della Corte di giustizia dell’Unione europea. Saranno i giudici britannici nei tribunali britannic a regolare le nostre leggi. E mentre ci impegneremo ad avere norme comuni con l’UE su aspetti quali le emissioni di gas di scarico e la sicurezza alimentare, il Parlamento dovrà concordare queste regole. In parole povere, tali norme comunitarie non saranno più automaticamente e direttamente applicabili nel Regno Unito – il Parlamento avrà voce in capitolo”.

“Per me è chiaro – conclude Theresa May –  che questo è l’accordo Brexit giusto per la Gran Bretagna, sebbene ci siano, ovviamente, alcune alternative. L’opzione preferita dall’UE – un accordo commerciale standard, pronto per la Gran Bretagna con l’Irlanda del Nord nell’unione doganale e parti del mercato unico – spezzerebbe il nostro paese. L’altra opzione suggerita dall’UE, una combinazione di adesione al SEE (Spazio Economico Europeo) con la continuazione dell’adesione all’unione doganale, non sarebbe affatto la Brexit. Non avremmo alcun controllo sull’immigrazione, nessuna possibilità di raggiungere i nostri accordi commerciali e saremmo comunque responsabili di ingenti pagamenti annuali a Bruxelles”.  Theresa May non esclude, però, che si debba partire anche senza un accordo. Poi la critica ai laburisti “che stanno aprendo le porte a un nuovo referendum” e l’appello finale: “Solo questo accordo di Brexit per la Gran Bretagna rispetta vermente la volontà del popolo britannico”.

 

 

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