La premier britannica Theresa May rischia una nuova ribellione nella maggioranza, nel voto al Parlamento sulla strategia da tenere nelle discussioni sulla Brexit a Bruxelles. Il governo sottopone al voto, a partire dalle 18, una mozione con cui ottenere il sostegno dei deputati nel tentativo di rinegoziare l’accordo di divorzio trovato con l’Unione europea ma respinto a Westminster a gennaio. Il governo dice di aver un doppio obiettivo: ottenere “soluzioni alternative” al backstop, destinato a evitare una frontiera rigida al confine con l’Irlanda; evitare lo scenario no deal, cioè l’uscita senza accordo temuta da imprenditori e parte dei deputati.
I brexiteer più radicali nel partito conservatore hanno minacciato di colpire May con una nuova disfatta al Parlamento, se non riformulerà la mozione: rifiutano che il governo escluda apertamente lo scenario no deal. “I deputati Tory non dovrebbero in alcun caso essere associati ad alcunché, esplicito o implicito, che paia escludere l’ipotesi di un no deal”, ha twittato il deputato Steve Baker, membro del gruppo Tory euroscettico European Research Group (Erg). “Scartare questa opzione sarebbe la strategia negoziale più idiota, non è nell’interesse nazionale”, ha aggiunto. Il ministro al Commercio internazionale e convinto pro-Brexit, Liam Fox, ha previsto che la bocciatura della mozione, pur non vincolante, indebolirebbe May e la sua possibilità di ottenere concessioni a Bruxelles.
“I nostri partner europei ascolteranno e seguiranno il nostro dibattito per vedere, se facessero concessioni, se il Parlamento potrebbe esserne soddisfatto, rischiamo di inviare cattivi segnali”, ha detto a Bbc. Vari deputati hanno intanto depositato nuovi emendamenti alla mozione e lo speaker John Bercow ne ha selezionati tre, fra cui uno del Labour che costringerebbe il governo a tornare in Parlamento entro la fine del mese per un voto ai Comuni sul piano Brexit, ha riferito Bbc.