La Gran Bretagna ottiene “garanzie legalmente vincolanti” dal viaggio dell’ultimo minuto a Strasburgo della premier Theresa May, nella corsa contro il tempo per ‘salvare’ il suo accordo sulla Brexit. I nuovi colloqui con il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il capo negoziatore europeo, Michel Barnier, dunque, portano i frutti sperati. Almeno è questo che riferisce al Parlamento il vice premier, David Lidington.
L’intesa arriva dopo un fine settimana di intense discussioni tra funzionari britannici ed europei, da cui il governo della leader conservatrice ha tentato di ottenere quelle concessioni che potrebbero consentirle di ottenere la luce verde a Westminster sull’accordo. I precedenti tentativi di May di convincere i deputati britannici a dare l’ok all’intesa raggiunta a novembre sono stati vani, con la debacle più clamorosa nel voto del 15i gennaio. Disfatta che avrebbe potuto ripetersi martedì 12 marzo, nel nuovo voto, decisivo, del Parlamento. Senza modifiche significative al piano May, il governo avrebbe incassato un’altra sconfitta sicura. Con le novità last-minute, invece, le speranze si riaccendono.
A dare l’annuncio del viaggio di May a Strasburgo, dove si svolge la plenaria dell’Europarlamento, è stata l’Irlanda, nel pomeriggio. La conferma da Downing Street è arrivata ore dopo, nel tardo pomeriggio. “Abbiamo contatti intensi con le autorità britanniche, sono state date garanzie aggiuntive sulle preoccupazioni britanniche legate al backstop e alle sue implicazioni, anche sul fatto che non porti il Regno Unito a restare bloccato nell’unione doganale contro la sua volontà, quindi speriamo che alla fine della giornata saremo in grado di arrivare a un’intesa”, ha detto il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. E la cancelliere tedesca, Angela Merkel, citata da Afp, ha aggiunto che l’Ue ha fatto “un’importante proposta al Regno Unito, ora sta a Londra reagire”.
Questo passo in avanti, dunque, potrebbe rivelarsi decisivo per evitare che una nuova bocciatura del piano May, a Londra, possa aprire scenari preoccupanti. Il più negativo sarebbe, il 29 marzo prossimo, una Brexit “no deal”, cioé senza un accordo, con gravi ricadute su entrambi i lati della Manica.
Una prospettiva che le imprese britanniche temono particolarmente. May ha promesso, in caso appunto di disfatta a Westminster, di consentire ai deputati di votare mercoledì sullo scenario no deal e giovedì sull’ipotesi di un breve rinvio del divorzio. Una eventuale richiesta di rinvio dovrà essere approvata dagli altri 27 Paesi europei, che s’incontreranno per un vertice a Bruxelles il 21 e 22 marzo. Se la buona stella accompagnerà la premier britannica, però, il burrone potrà essere scansato e già martedì potrebbe arrivare il via libera del Parlamento britannico alla nuova intesa con Bruxxelles.