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Bufera sulla Camera: è caccia ai ‘furbetti del bonus’. Condanna unanime: Devono dimettersi

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 Dopo i furbetti del cartellino arrivano i furbetti del bonus. La caccia alle streghe per conoscere i nomi dei deputati che hanno usufruito del bonus Covid è cominciata ma, per il momento, a parte lo sdegno, tutte bocche cucite.
Sono cinque i parlamentari accusati di aver fatto – legittimamente – richiesta all’Inps dei 600 euro messi a disposizione del Governo per contrastare gli effetti negativi della crisi innescata dal Coronavirus. Secondo la ricostruzione di Repubblica, si tratterebbe di tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia viva. La vicenda riapre la ‘questione morale’ dentro la politica. Il presidente della Camera Roberto Fico ricorda gli “obblighi morali” dei rappresentanti del popolo in Parlamento e invita i ‘colpevoli’ a chiedere scusa e a restituire i soldi ricevuti. “E’ una questione di dignità e di opportunità”, sottolinea.

Sì perché, per paradosso, i cinque non hanno fatto nulla di illegale. I decreti varati dal Governo infatti prevedono che chiunque abbia la partita iva e sia stato danneggiato economicamente possa far richiesta del bonus. Il problema è che, come ricorda Luigi Di Maio, un parlamentare percepisce quasi 13mila euro netti al mese più i benefit. “È davvero indecente”, mette nero su bianco il ministro degli Esteri e chiede ai diretti interessati di uscire spontaneamente allo scoperto, visto che i nomi sono coperti dalla legge sulla privacy, e di dimettersi.

 Un passo indietro è invocato da tutto l’arco parlamentare da cui arriva la condanna unanime per il gesto, ma si sottolinea anche come il governo abbia dato questa possibilità a tutti, senza distinzione di reddito. Matteo Salvini chiede “l’immediata sospensione, chiunque siano”. Ma punta anche il dito contro il decreto che lo permette e invoca le dimissioni tanto degli uni quanto degli altri. E la leader di Fdi Giorgia Meloni conia un hashtag apposito perché i deputati ‘innocenti’ possano distinguersi pubblicamente. “Io sono diversa” twitta la sottosegretaria dem al ministero dello Sviluppo economico Alessia Morani. Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, invoca chiarezza: “I cinque sono senza vergogna, gli italiani hanno il diritto di conoscere i loro nomi”. Graziano Delrio chiede che sia restituito il maltolto e che i parlamentari “chiedano scusa al Paese”.
Anche la ministra di Italia Viva Teresa Bellanova invoca le dimissioni per chi “non è stato in grado di servire i cittadini con onore e lealtà”. Mentre Michele Anzaldi invita il numero uno dell’Inps Pasquale Tridico a fare “vera trasparenza” e a rivelare i nomi per evitare che si screditi tutta la classe politica. C’è poi chi come il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, animatore del Comitato promotore del no al referendum costituzionale, punta il dito contro il Movimento 5 Stelle. “Invece di chiedere scusa, Di Maio e l’Inps a guida grillina – attacca – strumentalizzano la vicenda per delegittimare il Parlamento in vista del referendum” . E sempre tra gli azzurri c’è chi sottolinea come l’alleato Salvini abbia ricevuto una brutta tegola sulla testa.

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