Bufera sulla Chiesa francese dopo la pubblicazione di un’inchiesta indipendente sulla pedofilia che era stata commissionata dalla stessa Chiesa cattolica in Francia nel 2018. Dal report risulta che sono 216mila i bambini, per l’80% maschi, che in Francia hanno subito abusi da parte del clero negli ultimi 70 anni, 330mila se si considerano anche gli abusi commessi da membri laici della Chiesa, come per esempio gli insegnanti delle scuole cattoliche.
Papa Francesco ha “appreso con dolore” il contenuto del rapporto, ha fatto sapere il Vaticano, aggiungendo che il pensiero del pontefice “va anzitutto alle vittime, con grande dispiacere, per le loro ferite, e gratitudine, per il loro coraggio nel denunciare”. Il presidente della Conferenza episcopale francese, Eric de Moulins-Beaufort, ha chiesto perdono alle vittime di pedofilia: “Siamo allibiti” per le conclusioni del rapporto, “desidero chiedere perdono a ciascuno di voi”, ha detto, prima di una riunione dei vescovi per decidere sui passi successivi.
Dal documento, di circa 2.500 pagine, emerge che gli atti di pedofilia sono stati commessi da circa 3mila persone fra preti e altri legati alla Chiesa e che gli abusi sono stati coperti per decenni “in modo sistematico”. Il presidente della commissione indipendente sugli abusi sessuali, Jean-Marc Sauve, ha denunciato l’atteggiamento della Chiesa fino all’inizio degli anni 2000 parlando di “una profonda e crudele indifferenza verso le vittime”.
La commissione ha chiesto alla Chiesa di intraprendere azioni forti, denunciando “mancanze” e “silenzio”, e di risarcire le vittime, in particolare in casi che risalgono a troppi anni fa perché si possa procedere nei tribunali. “Le conseguenze sono molto gravi”, “circa il 60% degli uomini e delle donne che hanno subito abusi sessuali ha problemi di grave entità nella vita emotiva e sessuale”, ha detto Sauve. E ancora: “Riteniamo che la Chiesa abbia un debito verso le vittime”.
“Un punto di svolta nella nostra storia”, l’ha definito il capo del gruppo di vittime ‘La Parole Liberee’, Francois Devaux, denunciando gli insabbiamenti che hanno consentito “crimini di massa per decenni”. “C’è stato un tradimento: di fiducia, di moralità, dei bambini, dell’innocenza”, ha aggiunto chiedendo risarcimenti. E il capo di un’altra associazione di vittime di pedofilia, ‘Parler et Revivre’, Olivier Savignac, si è scagliato contro la Chiesa per avere trattato tutti questi casi come anomalie singole anziché come orrore collettivo.
La commissione d’inchiesta ha lavorato per due anni e mezzo, ascoltando vittime di abusi e testimoni e studiando archivi della Chiesa, dei tribunali, della polizia e dei media, a partire dagli anni ’50. Un numero di emergenza lanciato all’inizio del lavoro ha ricevuto 6.500 telefonate da parte di presunte vittime o persone che hanno raccontato di conoscere una vittima. Sauve, il presidente della commissione d’inchiesta, ha riferito che 22 casi che possono ancora essere perseguiti sono stati inoltrati alle procure, mentre oltre 40 casi troppo vecchi per essere perseguiti nei tribunali ma che coinvolgono presunti responsabili ancora in vita sono stati inoltrati alle autorità ecclesiastiche.
La commissione ha emesso 45 raccomandazioni su come prevenire gli abusi in fatto di pedofilia. Fra queste, la formazione di sacerdoti e altri membri del clero, la revisione del diritto canonico – il codice legale che il Vaticano usa per governare la chiesa – e la promozione di politiche per riconoscere e risarcire le vittime.