Caso mai ce ne fosse bisogno, tutto ciò che riguarda il mondo del calcio si sta ulteriormente aggrovigliando a poche ore dalla fine (parziale) del lockdown. Mentre il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ha annunciato giovedì che è in attesa del parere del comitato tecnico scientifico che sta analizzando il protocollo presentato dalla Figc per la riapertura degli allenamenti, ci sono alcune regioni come Emilia Romagna e Lazio che hanno già dato il via libera alla ripartenza della preparazione. C’è la Campania che “ha già trasmesso al governo il suo parere favorevole per la ripresa del Napoli, purché vengano garantite tutte le tutele di esigenza sanitaria” E ce n’è una quarta, la Toscana, che potrebbe accodarsi alle altre tre. Ieri, intanto, il presidente della Juventus e dell’Eca, Andrea Agnelli, ha dichiarato a margine dell’Assemblea di Lega che la sua squadra “è pronta a ricominciare gli allenamenti” e che “vuole concludere il campionato” malgrado il Piemonte sia una delle regioni ancora più indietro nella lotta al coronavirus.
Come si comporterà adesso il ministro Spadafora? La sensazione è che non sia il tipo da cedere alle pressioni, soprattuto a quelle esterne. La sua linea – e quella del governo – ancorché al centro delle critiche, è precisa: si ricomincia solo se esisteranno garanzie assolute di sicurezza, altrimenti sarà l’esecutivo ad accollarsi la responsabilità della “fine della stagione” e delle relative ricadute economiche su un mondo fino a qualche mese fa coperto di troppi lustrini e paillettes e adesso alle prese con la crisi. Su un punto, tra l’altro, Spadafora è stato tassativo: qualora si riprendesse, le partite verrebbero disputate a porte chiuse.
Saranno decisive le prossime ore, anche perché più avanti si va più oggettivamente diventa complicato immaginare la ripartenza di un torneo che dovrebbe poi intersecarsi con le competizioni europee. E qui si apre un altro capitolo, perché la Uefa ha già messo in piedi un bislacco calendario ferragostano, giusto per preservare introiti milionari. L’impressione è che la tutela della salute conti molto ma che la tutela degli interessi economici ancora di più. Tutto mentre il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, si è mostrato pessimista sulla ripresa: “Al momento non ci sono chance”, ha dichiarato.