Chiudere il girone di qualificazione con un en plein di vittorie per ottenere punti importanti nel ranking Fifa – gli azzurri sono al quindicesimo posto mondiale e decimo tra le nazionali europee – e per conquistare l’urna delle teste di serie al sorteggio dell’Europeo in programma il 30 novembre prossimo a Bucarest. E’ l’obiettivo che si pone per le prossime due gare – contro la Bosnia Erzegovina (venerdì 15 novembre allo Stadio ‘Bilino Poje’ di Zenica, ore 20.45) e contro l’Armenia (lunedì 18 novembre allo Stadio ‘Renzo Barbera’ di Palermo, ore 20.45) – il ct Roberto Mancini, che ha già eguagliato il record di Vittorio Pozzo con una striscia di 9 vittorie consecutive sulla panchina della Nazionale. “In queste due partite – afferma dal ritiro di Coverciano – dobbiamo cercare di fare il massimo. La Bosnia sarà un bel test, giocheremo in uno stadio piccolo e infuocato, loro daranno il 200% come all’andata. Poi vogliamo chiudere bene a Palermo. Vogliamo cercare di vincerle. Daremo a qualcuno la possibilità di giocare ma non stravolgeremo la squadra”. A chi gli fa osservare che il modo di giocare della sua Italia viene sempre più studiato e imitato da molti tecnici risponde: “Si vede che stiamo lavorando bene. Magari per l’Europeo studieremo qualcosa di diverso, delle varianti tattiche”.
Assenti per infortunio Marco Verratti, sostituito da Sandro Tonali, Domenico Berardi e Leonardo Spinazzola, Mancini potrebbe dare spazio ai tre giovani che ha convocato per la prima volta: il difensore del Brescia Andrea Cistana, il centrocampista della Fiorentina Gaetano Castrovilli e l’attaccante del Bologna Riccardo Orsolini. “Abbiamo chiamato questi tre giovani – spiega il ct – perché fino a marzo non avremo altre opportunità per vederli. Saranno valutati anche in prospettiva futura, per il dopo Europeo. In queste due partite mi aspetto miglioramenti anche se siamo già qualificati. In certe situazioni di gioco dobbiamo ancora migliorare”. In attacco Mancini annuncia ancora la staffetta tra Immobile e Belotti. “In questo momento – osserva – è consolidato il 4-3-3, ma non è detto che non possano giocare insieme, si assomigliano e occupano le stesse posizioni, ma provando tutto è possibile”.
Per adesso le porte della Nazionale restano invece chiuse per Mario Balotelli, anche se dopo i buu razzisti di Verona il presidente della Figc Gabriele Gravina aveva sostenuto che sarebbe stata una bella immagine rivedere super Mario in azzurro. “Il calcio – sottolinea il ct – deve unire e non distruggere. Mario è un giocatore a cui voglio bene ed è ancora in età per fare molto, ma è importante che venga chiamato perché sta facendo bene. E’ chiaro che Gravina pensi che sarebbe bello che venisse convocato” per risposta ai razzisti”, ma “deve essere chiamato perché lo merita”, chiarisce Mancini.
Anche i tre esterni d’attacco della Nazionale, Bernardeschi, Chiesa e Insigne, non attraversano un gran momento nei rispettivi club. Il tecnico azzurro però non sembra preoccuparsi. “Bernardeschi sta giocando con continuità, come Chiesa e insigne, magari non è il loro momento migliore ma qui hanno sempre fatto bene”. Un altro giocatore sul quale Mancini ha sempre puntato ma che nel club non vive un periodo idilliaco è Alessandro Florenzi, spesso in panchina con la Roma. “Non è un problema, si è riposato, sarà più fresco sia per queste partite che per l’Europeo. Sa fare diversi ruoli e sa giocare”. Il ct parla poi anche degli altri due giallorossi: “Mancini a centrocampo? Ci può andare bene, giocando a metà campo può migliorare nel palleggio ma per quanto ci riguarda è un difensore. Zaniolo è giovane e deve crescere ancora molto, è all’inizio di una carriera e deve conquistarsi tutto”. Mancini difende poi altri suoi giovani pupilli, Stefano Sensi e Niccolò Barella, che Conte avrebbe definito ancora inesperti. “Non so cosa sia successo, perché Conte abbia detto quelle cose. Barella e Sensi sono importanti per la Nazionale, sono ottimi. Non avranno l’esperienza di chi gioca da 10 anni in Champions League, però con noi hanno giocato ottime partite e hanno molte possibilità di migliorare”.
Infine, Mancini si sofferma su un evento che lo riporta indietro negli anni, quando in tandem con Gianluca Vialli faceva sognare i tifosi della Samp. Vialli, infatti, fa il suo esordio ufficiale nel ruolo di capo delegazione della Nazionale. “Mi fa piacere avere la possibilità di stare di stare di nuovo insieme a Gianluca in Nazionale, ritrovarsi dopo diversi anni. Pensiamo di essere ancora giovani ma il tempo passa”, conclude il ct mentre dalle poltrone dell’aula magna il suo ‘gemello’ osserva compiaciuto insieme al team manager Gabriele Oriali.