Tensione altissima in Venezuela a due giorni dalla breve rivolta di 27 militari che si sono asserragliati in una caserma di Caracas lanciando appelli all’insurrezione. Il presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaido, si è autoproclamato “presidente pro tempore” del Paese. “Giuro di assumere formalmente i poteri esecutivi nazionali come presidente pro tempore del Venezuela per porre fine all’usurpazione, instaurare un governo di transizione e tenere elezioni libere“, ha dichiarato Guaido parlando davanti a migliaia di sostenitori riuniti a Caracas per protestare contro il presidente Nicolas Maduro. La sua dichiarazione è giunta poco dopo che la Corte suprema del Paese ha ordinato un’indagine in sede penale a carico del Parlamento.
Guaido ha subito ricevuto l’appoggio ufficiale di Donald Trump, che ha deciso di riconoscerlo come presidente legittimo del Paese. Secondo quanto riferisce una nota della Casa Bianca, Trump ha incoraggiato gli altri governi occidentali a fare lo stesso.
Nel frattempo decine di migliaia di persone sono scese in strada anche in altre città del Venezuela, per partecipare alle proteste pro e contro Maduro. Ed è salito a cinque morti il bilancio dei violenti scontri della notte e di mercoledì mattina, prima delle manifestazioni. Le proteste di oggi segnano il primo massiccio ritorno in strada dopo le violente mobilitazioni del 2017, in cui erano morte 125 persone.