I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Cuneo e dei comandi provinciali di Cuneo e Bolzano, hanno eseguito un’importate blitz anticaporalato nel Cuneese e nelle Langhe. I militari hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale o imprenditoriale e una del sequestro preventivo di 11 veicoli emessa dal gip di Asti su richiesta della Procura nei confronti di 9 persone (4 macedoni, 4 albanesi e 1 tunisino) accusate di caporalato e di aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori non in regola con il soggiorno in Italia.
Le indagini hanno consentito di ricostruire la rete di caporalato, con sfruttamento in agricoltura: da un luogo di concentramento dei lavoratori, gli stessi venivano prelevati e trasportati a cura dei caporali, titolari di aziende agricole di lavoro conto terzi, per l’impiego in condizioni di sfruttamento1 in aziende agricole operanti nei vigneti delle province di Cuneo, Asti e Alessandria. Complessivamente sono stati identificati 40 lavoratori vittime di sfruttamento (14 Gambia, 4 Senegal, 1 Ghana, 3 Macedonia, 3 Tunisia, 1 Pakistan, 1 Nigeria, 1 Guinea, 4 Egitto, 2 Albania, 3 Marocco, 1 Gabon, 2 Bangladesh). Per 30 di loro è stato chiesto ed ottenuto il nulla osta al rilascio del permesso di soggiorno per grave sfruttamento lavorativo ed in parte sono stati presi in carico da OIM che li ha trasferiti e inseriti in progetti SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) in altre località italiane lontane da Alba, luogo dello sfruttamento, per l’inserimento lavorativo in diverse realtà imprenditoriali.