“Caro razzista… Caro fascista… . Come puoi pensare di uccidere qualcuno solo per il colore della sua pelle? Cosa ti può distorcere così tanto da volere uccidere qualcuno perché non è bianco?”. Laeticia Ouedraogo è una ragazza di vent’anni originaria del Burkina Fasu che vive con i genitori e un fratello di 8 anni a Bergamo. Adesso studia a Venezia a Ca’ Foscari, la prestigiosa Facoltà di Lettere e lavora alla Biblioteca delle Zattere. Ed è proprio sul blogstudentesco “Linea20” (dal numero del vaporetto che si prende per andare a Ca’ Foscari) che nei giorni scorsi è comparsa una sua lettera. Lettera aperta al cretino che ha scritto nei bagni della biblioteca, la seguente orribile frase addobbata con tanto di svastica: “W IL DUCE, ONORE A LUCA TRAINI. UCCIDIAMOLI TUTTI STI NEGRI”. Laeticia col razzismo italiano ci convive da anni e nella prima parte della sua lettera parla anche del fratellino Mathys (otto anni) che, a scuola, è stato apostrofato da un compagno col titolo di “negher”. Laeticia spiega a Mathys che deve essere orgoglioso del colore della sua pelle e poi si rivolge al poveraccio che scrive sui muri dei bagni di un luogo che dovrebbe essere pieno di cultura (a chiamano Cultural Flow Zone) e, quindi, teoricamente immune dall’ignoranza che genera il razzismo.
Laeticia racconta di come, col tempo, ha imparato a esorcizzare il razzismo attraverso l’ironia, di come, da ragazzina, sapeva far arrossire con una battuta i maiali (uomini adulti) che vedendola alla fermata dell’autobus la invitavano a salire in macchina con gesti inequivocabili. Ma la ragazza ventenne confessa di esserci rimasta molto male, questa volta, davanti alla scritta nel luogo dove studia e lavora: “Da negra, – scrive – non mi sento offesa. Sono profondamente confusa che queste scritte si ritrovino in un luogo così culturale, e confusa soprattutto perché probabilmente l’autore delle scritte è un mio coetaneo: Ho tentato a più riprese di immaginare la scena di un ragazzo che come molti altri mi chiede di fare una tessera giornaliera, e lo immagino come il probabile autore delle scritte. E voglio parlargli, capire perché mi voglia uccidere, visto che sono negra. Sono impaurita, non perché io abbia paura di essere uccisa, ma mi spaventano le ragioni per cui verrei uccisa. Come puoi pensare di uccidere qualcuno solo per il colore della sua pelle? Cosa ti può distorcere così tanto da volere uccidere qualcuno perché non è bianco?”.
Laeticia ha deciso che vorrebbe parlare con l’autore della scritta: “Vienimi a parlare. Voglio essere guardata dritto negli occhi e voglio sentire cosa ti affligge. Perché mi odi? Come mi uccideresti? Come ti sentiresti dopo la mia morte? Saresti felice? Voglio capire la dinamica dei tuoi sentimenti. Vienimi a parlare prima di uccidermi, cosicché io ti possa abbracciare e mostrare un po’ di umanità. Io non ti odio, non perché io sia gentile. È perché sono profondamente triste per te, provo pietà perché non so come tu sia giunto a questo punto. Mi dispiace per i fallimenti che ci sono stati nella tua educazione. Mi dispiace che qualcuno sia riuscito a manipolarti a tal punto e a convincerti di queste cose. Ti hanno avvelenato la mente e il cuore con questo odio insensato e questo suprematismo bianco. Ti hanno rubato la tua libertà intellettuale e questo non è giusto…”.
La lettera di Laeticia punta proprio a capire cosa si muova nella testa di chi scrive frasi come questa e prova ad aprire un dialogo con quella testa fidando sul potere dell’umanità che ci contraddistingue tutti e che (Laeticia proprio non riesce a crederci) dovrebbe impedirci di articolare pensieri di quel genere: “A me interessi tu, caro fascista, caro razzista. Credo che tu viva in una grande farsa, un equivoco impensabile. Il valore più grande della tua umanità è l’universalità, perché di umanità ve n’è una sola. Non mi puoi uccidere solo perché sono negra. È una argomentazione inconsistente. Tu non sei fatto per l’ignoranza o l’oscurantismo, semplicemente perché sei umano e sarebbe un tradimento alla tua umanità. Un alto tradimento, imperdonabile a te stesso. Non devi uccidere me, devi uccidere quel mostro oscuro che si nutre delle tue paure e della tua ignoranza, ma anche della tua ingenuità. Ti auguro sinceramente di sconfiggere questi mostri”.