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Caso Adam Muhammed, nuovo post su Facebook

C’è un nuovo capitolo della triste vicenda di cui è stato vittima Adam Muhammed, il giovane marocchino che ha denunciato di aver subito violenze e che giovedì è stato ascoltato in commissariato, a Casablanca. Adam ha usato infatti di nuovo Facebook per raccontare un’altra parte della sta storia, quella recentissima: “Voglio dire a tutte le persone che sono preoccupate per il mio caso, che sto bene e sono attualmente a casa. Per quanto riguarda la convocazione, sono stato interrogato solo sull’aggressione di cui sono stato vittima e l’interrogatorio si è svolto nelle migliori condizioni e nel quadro di una professionalità e un rispetto totale e sono assolutamente fiducioso che la giustizia prenderà il suo corso normale e mi permetterà di liberarmi da tutto ciò che ho sopportato da solo, per due anni. Oggi ho sentito e saputo che non ero solo e che molte persone mi amavano, il che mi ha reso molto felice. Voglio dire a queste persone che condivido lo stesso amore e supporto con te. Vi amo”, la dichiarazione via social.

Facendo un passo indietro, Adam aveva usato sempre Facebook per denunciare le violenze dice di aver subito: “Oggi, voglio parlare di un caso di molestie sessuali e fisiche e di un tentativo di aggressione sessuale che ho subito alla fine del 2018 dal fondatore di un noto giornale elettronico – si leggeva nel primo posto – Parlarne adesso mi fa star male. Ho conosciuto questa persona attraverso sua moglie, che voleva lavorare con me in un film che trattava problemi LGBT in Marocco. La signora era una mia amica e non ho realizzato quali fossero le sue intenzioni attraverso il progetto del film fino a dopo questi eventi”, l’inizio del racconto. Poi altri dettagli: “A volte ho notato gli strani sguardi che suo marito mi indirizzava, ho ricevuto una telefonata dal marito che mi chiedeva di tornare a casa il giorno successivo alle undici del mattino per il resto della registrazione. Al mattino, entrando in casa, ho scoperto che non c’è nessun altro in casa tranne noi e la donna delle pulizie che era in cucina. Il signore, mi ha servito un bicchiere d’acqua, poi mi ha portato nella sua camera da letto, con il pretesto che avremmo girato alcune scene lì, ma sono stato sorpreso di vederlo chiudere la porta della camera da letto chiave, mentre mi spoglio, gettarmi su di me, scioccato, ho spinto violentemente, perché non mi aspettavo un simile comportamento da un intellettuale, che difende le libertà individuali e che riesce tanto più un noto sito di notizie … Questa persona ha approfittato della mia debolezza e della fragile situazione in cui ho trovato me stesso e i miei problemi, per soddisfare i suoi bisogni sessuali su di me”, la versione fornita da Adam.

Nel post su Facebook si scoprono altri dettagli: “Il periodo che stavo attraversando in quel momento non mi ha permesso di parlarne, dato che il 2018 è stato un anno oscuro per me, in coincidenza con l’inizio dei problemi con la mia famiglia a causa della mia omosessualità e la mia partenza da casa. Non potevo parlarne perché non avevo nessuno su cui contare e chi potesse aiutarmi, comprese le persone che mi hanno contattato in merito alla mia situazione… Questo incidente mi ha causato una crisi psicologica, dopo la quale non ho potuto parlare o lamentarmi. Perché sei andato a casa sua? Che cosa hai intenzione di filmare? Hai un permesso? Quindi queste sono cose di finzione? E mi sarei compromesso e ho deciso di tacere. So che è troppo tardi per parlare di questa questione, ma volevo dire a coloro che sono vittime di molestie, aggressioni o brutalità che non dobbiamo smettere di rivendicare i nostri diritti ed essere in silenzio su tutto ciò che può per arrivare devi parlare”.

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