“Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati. Il mio intendimento ora è quello recuperare la dignità e l’onore e di concentrarmi esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti accuse. Per tali ragioni mi assumo la responsabilità di auto sospendermi dal mio ruolo di associato con effetto immediato. Sono però sicuro che il tempo è galantuomo e riuscirà a ristabilire il reale accadimento dei fatti”, queste le parole che Luca Palamara, indagato per corruzione a Perugia, scrive al presidente dell’Anm Pasquale Galasso per annunciare le sue dimissioni.
L’Associazione Nazionale Magistrati sta seguendo “con estrema attenzione, inquietudine e forte preoccupazione, le notizie di stampa che si susseguono”. Si delinea, spiega una nota dell’Anm, “il verificarsi di condotte il cui rilievo penale o disciplinare è rimesso alla valutazione degli organi competenti. Gli accadimenti e le frequentazioni riferiti dagli organi di stampa, tuttavia, sotto il profilo etico e deontologico, costituiscono – sottolinea l’Anm – una grave violazione commessa da parte di chi, in attuazione delle norme costituzionali, ha la responsabilità di far parte del Governo Autonomo della magistratura e sono in palese contrasto con i principi e i valori che orientano i magistrati nel loro operare quotidiano”.
L’Anm reagisce “con forza a ogni distorsione che tenti di minare il corretto svolgimento dell’attività consiliare e, con esso, l’autorevolezza e la credibilità dell’Istituzione le cui regole e prerogative sono garanzia della indipendenza della magistratura e tutela dei diritti dei cittadini”. L’Anm “ritiene sia necessario avviare, all’interno della magistratura, una ampia e diffusa riflessione sulla necessità di apprestare presidi ancora più forti rispetto al rischio di condizionamento e di distorsione del fisiologico percorso istituzionale che deve necessariamente essere rispettato per l’assunzione di tutte le decisioni del Consiglio Superiore della Magistratura”.