I partiti indipendentisti potrebbero ottenere la maggioranza assoluta con 67-71 seggi su 135 nel Parlament della Catalogna. E’ quanto emerge dagli exit poll diffusi dalla Vanguardia sul voto, secondo cui il partito Unionista Ciudadanos potrebbe essere la prima forza con 34-37 seggi, ma è testa a testa con l’indipendentista Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) che ne avrebbe fra 34 e 36.
Secondo il sondaggio di Gad3, condotto con 3.200 interviste telefoniche, terza forza sarebbe la piattaforma dell’ex presidente della Generalitat, Junts per Catalunya (JxCat) con 28-29 seggi, seguita da Psc con 18-20, Catalunya En Comú con 7-8, Pp con 5-6, Cup anch’essa con 5-6. I partiti unionisti, secondo i sondaggi, otterrebbero tra 55 e 62 seggi. I primi dati ufficiali sono attesi intorno alle 22, mentre quelli definitivi sono previsti intorno alla mezzanotte.
I seggi hanno chiuso alle 20. L’affluenza alle 18 era al 68,32%, il 5,2% in più rispetto alle precedenti elezioni del 2015 quando alla stessa ora era stata del 63,12 %. Il dato finale in quel caso era stato record, con il 74,95%, cifra che potrebbe essere di nuovo toccata in questa elezione. I catalani chiamati a votare erano 5.554.394.
Il periodo di instabilità che ha portato alle elezioni regionali anticipate è stato innescato dalla dichiarazione d’indipendenza da parte delle autorità catalane dopo il referendum sull’indipendenza del primo ottobre scorso, in seguito alla quale Madrid ha ‘commissariato’ la regione, rimosso i suoi leader e indetto le elezioni.
Il contesto elettorale di oggi è decisamente insolito: si è votato in un giorno lavorativo, ma soprattutto 13 politici separatisti sono tuttora accusati dalla procura spagnola di ribellione e sedizione. Tra loro Carles Puigdemont, candidato di Junts per Catalunya (JXCat) ed ex governatore rimosso da Madrid, che è in autoesilio in Belgio e non ha intenzione di rientrare in Catalogna per votare. Con lui a Bruxelles ci sono quattro suoi ex ministri. Il suo ex vice e ora capo della lista Erc, Oriol Junqueras, è invece in carcere vicino a Madrid dal 2 novembre, per analoghe accuse a seguito del referendum sull’indipendenza.