È il giorno del voto sull’indipendenza per la Catalogna. Alle urne la tensione dopo l’intervento della Guardia civil, la polizia nazionale spagnola, subentrata al posto dei Mossos d’Esquadra, gli agenti catalani, nella chiusura dei seggi per cercare di evitare il referendum, sospeso dalla Corte Superiore di Giustizia di Catalogna.
L’INTERVENTO DELLA GUARDIA CIVIL. Le pattuglie del Mossos si sono limitate alla verifica senza chiuderli né sequestrare le urne. Dopo qualche minuto di controlli hanno lasciato i seggi tra gli applausi. La Guardia civil è quindi intervenuta, irrompendo con la forza nei seggi e sdequestrando le urne. Secondo alcune fonti avrebbe ancher sparato proiettili di gomma per disperdere la folla.
A Baarcellona, la polizia ha forzato l’Istituto Ramon Llull. Una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa è entrata nel seggio dopo aver superato il cordone di un centinaio di persone che faceva resistenza passiva stringendosi tra loro. La polizia, armata di manganelli e fucili con proiettili di gomma si è fatta largo, entrando dopo aver aperto a manganellate la vetrata di ingresso. Durante l’intervento un elicottero sorvolava la zona e i cittadini agganciati tra loro per evitare l’ingresso degli agenti gridavano in coro: “Noi siamo persone di pace”, “non abbiamo paura” e “voteremo”.
A Girona ha fatto iinvece irruzione in un seggio a Sant Julià de Ramis. Una cinquantina di agenti ha sgomberando i presenti, un centinaio circa, giornalisti compresi. I cittadini presenti nel seggio hanno accolto gli agenti in assetto antisommossa al grido di “voteremo”. Altissima la tensione nel seggio dove avrebbe dovuto votare il presidente della regione autonoma di Catalogna Carles Puigdemont.
LE REAZIONI DEI POLITICI CATALANI. La sindaca di Barcellona Ada Colau punta il dito contro Madrid su Twitter: “Un presidente di governo codardo ha inondato di polizia la nostra città. Barcellona città di pace, non abbiamo paura”. Come il presidente della regione Puigdemont: “C’è stata una violenza irresponsabile e non giustificata. I catalani volevano votare pacificamente e democraticamente”. E ha aggiunto: “Questa violenza indiscriminata contro gente pacifica è una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello Stato spagnolo. Oggi ha perso molto di più di quanto aveva già perso. Oggi in Catalunya abbiamo vinto molto di più di quanto avevamo vinto” ha concluso.
“La Catalogna sta votando”, assicura il portavoce del governo catalano, Jordi Turull, spiegando che il 73% dei seggi è aperto. Turull ha detto che i seggi attivi sono 4.561, ma ha riconosciuto che ci sono “attacchi e blocchi informatici” e ha chiesto pazienza. “Per ogni problema, c’è una soluzione. Ci appelliamo non solo alla serenità, non solo al senso civico e al pacifismo, ma anche alla pazienza”, ha aggiunto.