Roma, 26 lug. (LaPresse) – L’aumento della temperature delle acque dei nostri mari “incide fortemente sull’ecosistema marino. Alcuni pesci infatti sono costretti a mutare le proprie condizioni di vita”. Lo dice a LaPresse Antonio Di Natale, biologo marino e segretario generale della Fondazione Acquario di Genova spiegando come “alcune specie abituate a temperature minori tendono, quando possono, a raggiungere strati più profondi. Mentre altre si spostano perchè nei nostri mari trovano temperature più favorevoli, basti pensare alle specie tropicali che stanno allargando la loro area di distribuzione nel Mediterraneo. Sono specie entrate nell’ultimo secolo e che hanno un buon successo ecologico e competono con le specie del Mediterraneo, qualche volta sopraffacendole”, ha continuato il biologo. “In questo momento non abbiamo segnali di scomparsa di alcuni tipi di pesci ma solo segnali di sostituzione in alcune aree con altre che sono più adattate a queste temperature. Ci sono specie che traggono vantaggio dalla temperatura più elevata dell’acqua, mentre altri ne sono svantaggiati. Altra ancora trovano più posti per riprodursi, altre meno perché magari ci riescono ma la temperatura per le larve non è più idonea. È una situazione di una complessità enorme”, spiega Di Natale che non può basarsi su una “visione parziale perché servono tantissimi dati e di studi che necessitano di tanti ricercatori e di campagne estese ma gli stati spendono poco o non fanno ricerca marina. Bisognerebbe pensare che l’oceano condiziona il clima dell’intero paese. È una visione politica molto ottusa”.
Clima: biologo, Mediterraneo ‘bollente’ manda pesci in tilt
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