Gli indagati hanno agito con “grande spregiudicatezza” ed è “concreto il rischio di reiterazione del reato”. E’ quanto si legge nell’ordinanza di convalida della gip in merito all’inchiesta della procura di Roma sulle commesse Anas, che hanno portato Tommaso Verdini ai domiciliari e vedono indagato anche il padre Denis Verdini. Non si ravvisa invece il rischio di inquinamento probatorio. “Denis e Tommaso Verdini” dopo le perquisizioni “si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società”, scrive ancora la gip.
Il meccanismo viene spiegato dalle 77 pagine di ordinanza di custodia cautelare. “Lo schema triangolare circolare dei rapporti intercorsi tra gli indagati (privati imprenditori/Inver, Inver/pubblici funzionari, pubblici funzionari/privati imprenditori) è stato efficacemente rappresentato dall’ufficio di Procura”, scrive ancora la gip.
Gli indagati Verdini e Pileri “hanno operato con pubblici ufficiali e con i privati loro clienti mettendo a disposizione i loro rapporti stretti con pubblici ufficiali in posizioni apicali all’interno di Anas e delle strutture pubbliche, di volta in volta, coinvolte nelle procedure di interesse dei clienti” sostiene ancora la gip. “Denis e Tommaso Verdini” dopo le perquisizioni “si stavano adoperando in concreto per proseguire il rapporto con gli imprenditori, interponendo una ulteriore società”.
“Gli imprenditori dal canto loro” hanno “accettato di pagare ingenti somme di denaro alla Inver di Verdini e Pileri al solo scopo di assicurarsi una corsia preferenziale in Anas, assicurata dai loro intermediari”.