“Cercherei di cambiare discorso con un interlocutore straniero”. Così il premier Paolo Gentiloni risponde alla festa dell’Unità di Imola a una domanda su come risponderebbe a una domanda sul caso Consip. “In generale sull’argomento da presidente del Consiglio direi che per un paese come il nostro la credibilità di istituzioni che amministrano la giustizia, che garantiscono la sicurezza, soprattutto di questi tempi, è un bene prezioso da tutelare – osserva – Se ci sono comportamenti che screditano questa autorevolezza vanno fermati. Per fortuna ho fiducia che queste istituzioni abbiano al loro interno per evitarli, eliminarli se necessario, perché è a loro che spetta questo compito. Quello che mi preoccupa è che venga messa in gioco questa credibilità ma sono convinto che non sia così”. “Sono altamente fiducioso – ha concluso – che saranno queste stesse istituzioni a tutelarsi”.
“Io vorrei lavorare per avere, oltre al coraggio che non mi manca, anche la maggioranza per approvare” la legge sullo Ius soli “al Senato. Questa legge è stata approvata alla Camera due anni fa, noi lavoreremo per avere la maggioranza per approvarla anche al Senato. Punto”. “Applauso”, ha poi sollecitato il premier.
Quello dei migranti è un fenomeno “non passeggero” anzi “rilevantissimo”: “possiamo lasciare questo fenomeno senza governo o limitandoci a dire ‘li cacciamo via tutti’, che dal punto di vista etico è inaccettabile e poi comunque nessuno lo fa, è una frase da campagna elettorale ma poi non succede questo. Il problema è gestire questo fenomeno, organizzarlo. Significa togliere ai trafficanti il monopolio del trasferimento dei migranti in Europa”. Gentiloni ha sottolineato: “L’esperienza italiana di questi mesi dimostra che si può, ci sono meno arrivi e anche meno morti in mare. Per questo l’Italia è orgogliosa del lavoro che sta facendo, che è difficile, fragile, ma credo che non sia un caso che la parte più avanzata di tutta l’Europa sostiene l’Italia in questo lavoro”.