Indagini complesse, con tanti filoni che alla fine si ritorcono – o almeno uno lo fa – contro gli inquirenti: in uno dei tanti fascicoli dell’inchiesta Consip tra i tanti nomi degli indagati figura anche il pm della procura di Napoli Henry John Woodcock, sotto la lente dei colleghi romani non solo per violazione di segreto ma anche per falso, in concorso con l’ex capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. Woodcock, è l’accusa, avrebbe fatto trapelare notizie relative a un’auto dei servizi segreti che avrebbe spiato le mosse dei carabinieri impegnati negli accertamenti sull’imprenditore Alfredo Romeo. Quando Scafarto scrisse questo dato nell’informativa trasmessa agli inquirenti – è la tesi – sapeva che i servizi non c’entravano, ma da quanto ha fatto mettere a verbale, quella scelta era stata ‘indotta’ dal pm napoletano. Versione che l’ufficiale ha fornito agli inquirenti in un interrogatorio, prima di trincerarsi nel silenzio. E’ l’ennesima pagina oscura in una vicenda, dopo quella dell’audizione della procuratrice di Modena Lucia Musti la quale il magistrato punta il dito contro l’ex ufficiale del Noe Gian Paolo Scafarto e il colonnello Ultimo per aver fatto presunte pressioni anti Renzi.
Sul caso torna anche, senza citarlo direttamente, l’ex premier: “Non lasciatevi fregare dalle fake news e dalle falsità costruite ad hoc per mistificare, e ce ne sono tante. Non fatevi fregare da chi le racconta – dice a Milano Matteo Renzi – “Noi reagiamo con sorriso zen di chi sa che alla fine gli verrà data ragione. Di fronte a una falsità costruita ad arte per mistificare le cose non reagiamo arrabbiati – continua – Ci dicevano che Expo e Jobs Act sarebbero stati un flop, ci dicevano che eravamo implicati in scandali. Non erano scandali nei quali qualcuno dei nostri era implicato, ma sono scandali sotto gli occhi di tutti, costruiti con le modalità che sappiamo”. E sottolinea: “Il tempo è galantuomo. La nostra reazione non può essere la rabbia: è un lusso che non possiamo permetterci. La verità ha le gambe lunghe e quando arriva vale doppio. Siamo circondati da persone che vogliono fare chissà quale racconto sulle cose che non vanno”.
Al segretario Pd arriva solidarietà da più parti. “Quello che sta venendo fuori sui giornali sul caso Consip è scandaloso e inquietante per chi ama la democrazia del nostro Paese”, dice senza mezzi termini il leader di Ap Angelino Alfano. “Se risultasse vero quanto emerso siamo di fronte a una situazione molto grave anche per la democrazia di questo Paese, solidarietà a Renzi”, osserva il deputato Dem Cesare Damiano. “Si faccia luce sul ruolo dei Carabinieri del Noe – dice Lorenzo Cesa dell’Udc – e si lasci anche lavorare la magistratura sulla concretezza di quella indagine”. Per il segretario del Psi Riccardo Nencini “Il vocabolario ha un nome preciso per giudicare il caso Consip. ‘Complotto’, e come obiettivo aveva il capo del governo. La politica ha il dovere di urlarlo senza paura”. Critica invece Forza Italia. “Sul caso Consip-Renzi a sinistra vedo tanti ipocriti e tanti sepolcri imbiancati – attacca il capogruppo alla Camera Renato Brunetta – Ha ragione Franceschini quando sente puzza di bruciato, però la sua richiesta non è credibile, anzi puzza di ipocrisia se non viene fatto, da parte di Franceschini e di tutti i dirigenti del Pd, un mea culpa su quello che è successo nel 2011, cioè sul colpo di stato che ha colpito il centrodestra, Berlusconi e Forza Italia. Altrimenti, queste richieste sono inaccettabili e leggermente schifose”, conclude.