Niente manovra correttiva e il governo lavora per disinnescare la clausola di salvaguardi. Sulla questione dell’autonomia differenziata chiesta da Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, non ci saranno cambiamenti sostanziali e le risorse allocate nelle diverse regioni resteranno invariate. Sono tre punti toccati dal premier Giuseppe Conte durante il question time di oggi al Senato, dedicato in gran parte a questioni economiche.
Clausole di salvaguardia – Conte ha spiegato come il governo intende evitare l’aumento dell’Iva legato alle famose “clausole di salvaguardia”: “Il Governo ribadisce la determinazione a disinnescare le clausole di salvaguarda dell’Iva per gli anni 2020 e 2021, così come già avvenuto per il 2019 nella Legge di Bilancio. Ricordo che nel corso del 2018, in pochi mesi, il Governo ha contrastato l’incremento dell’Iva per un valore pari a 12,5 miliardi di euro. Allo stesso modo si adopererà per il corrente anno e per l’anno prossimo, confidando nelle varie misure di crescita economica e in specifici interventi di razionalizzazione della spesa pubblica. Stiamo lavorando a una complessiva revisione del sistema di tax expenditures, volta anche a rimodulare le detrazioni fiscali in un’ottica di produttività ed efficienza”.
Manovra correttiva – “Nonostante lo shock esterno che ha interessato anche il nostro Paese nella seconda metà dello scorso anno, i nostri fondamentali economici restano solidi – ha detto il premier – Anche per questo non riteniamo pertanto necessaria alcuna manovra correttiva, dobbiamo solo continuare nel razionale ed efficace utilizzo delle risorse finanziarie già stanziate. Peraltro abbiamo già adottato alcune misure prudenziali che ci mettono al riparo da interventi correttivi”.
E poi: “Ritengo opportuno sottolineare che la strategia di politica economica messa in campo dal Governo affronti non soltanto la fase congiunturale, nella quale si osserva un rallentamento economico dovuto a crescenti tensioni commerciali in tutto il continente europeo, ma soprattutto le ragioni per le quali il nostro Paese ha accumulato nell’ultimo decennio un ritardo strutturale nella crescita rispetto ai partner europei”.
Autonomia differenziata – “Ricordo – ha detto Conte – che sin dalla redazione del ‘Contratto di Governo per il Cambiamento’ è chiaramente evidenziato che il percorso del regionalismo differenziato dovrà tenere in considerazione non solo la peculiarità delle realtà territoriali, ma anche la piena realizzazione della ‘solidarietà nazionale’, nell’ambito della tutela dell’unità giuridica, di quella economica e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali”. Il premier ha cercato di definire un ruolo più istruttorio che decisorio del governo: “In questa fase l’Esecutivo sta completando una intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione, propedeutica alla redazione di un testo condiviso con le Regioni richiedenti”.
Quanto al problema delle risorse finanziarie, il premier ha assicurato che “le risorse finanziarie allocate dallo Stato nelle altre Regioni rimarranno invariate. Entro un anno dall’emanazione dei dPCM dovranno essere individuati i fabbisogni standard delle competenze statali nelle singole regioni (tutte, non solo quelle che hanno chiesto l’autonomia differenziata). A tal fine sarà costituito un apposito comitato paritetico Stato e Regioni, composto da rappresentanti delle amministrazioni statali e rappresentanti di tutte le Regioni a statuto ordinario. – ha aggiunto – Posso assicurare che il complesso procedimento che si sta dipanando coniugherà, in piena conformità con la nostra architettura costituzionale, il rafforzamento dell’autonomia regionale, con la salvaguardia della solidarietà e coesione nazionali”.
Conte si è anche soffermato sul ruolo del Parlamento nella discussione degli eventuali ddl sulle autonomie delle diverse regioni: E ancora: “Il Governo è disponibile ad aprire un confronto con il Parlamento in merito al contenuto di questo progetto, nelle forme che verranno nei prossimi giorni definite nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Il Governo è ben consapevole della centralità delle Camere nell’ambito di un processo di trasferimento di competenze legislative, che assume un rilievo costituzionale e che vede il Parlamento necessariamente coinvolto”.