Una figura aleggia da mesi sul calcio italiano: è quella di Antonio Conte, reduce da un anno sabbatico dopo l’addio al Chelsea e promesso sposo dell’Inter, forse anche della Juve, non più della Roma. Una presenza ingombrante, quella dell’ex ct della Nazionale, che nel corso di una serie di interviste a vari media e trasmissioni tv non si è mai sbilanciato sulla sua prossima destinazione anche se ha seminato indizi vari a partire dal quel “60% di possibilità” di tornare ad allenare in Italia. Voci che per settimane, anzi mesi, si rincorrono su un suo possibile approdo all’Inter o un clamoroso ritorno alla Juve. Fece rumore mesi fa una passeggiata dell’allenatore salentino in pieno centro a Milano, a pochi metri dalla sede nerazzurra. Così come ha fatto parlare la sua presenza assidua a Torino nei giorni scorsi, avvistato in vari bar e ristoranti della città.
Ma dove allenerà Conte il prossimo anno? Ormai tutti gli indizi sembrano portare all’Inter, dove l’ad Beppe Marotta sembra deciso sempre di più a ricreare lo stesso sodalizio vincente della Juventus. L’Inter però è ancora in corsa per l’obiettivo minimo stagionale, la qualificazione alla Champions League, e le continue voci sul futuro allenatore rischiano di destabilizzare un ambiente che nel corso della stagione è già stato alle prese con un caso come quello di Mauro Icardi. E’ per questo che lunedì sera, prima di Inter-Chievo, Marotta non ha nascosto un certo fastidio sul discorso allenatore difendendo Spalletti: “Va riconosciuto in modo molto esplicito e chiaro, il lavoro che ha fatto”.
Dal canto suo il tecnico di Certaldo sembra ormai rassegnato a un divorzio (con tanto di lauta buonauscita, ndr) nonostante la qualificazione alla prossima Champions League. Spalletti che nelle sue ultime uscite in conferenza stampa o ai microfoni non ha nascosto un certo nervosismo quando si parla dell’argomento futuro. “Marotta è giusto che vada a cercare il meglio per l’Inter, ma poi si vede che c’è una disparità di trattamento rispetto ad alcune situazioni. C’è disparità e si è cattivi e offensivi nel modo di fare”, ha detto Spalletti. Qualche giorno prima il tecnico si era addirittura lanciato in citazioni cinematografiche. “Se giornali così importanti stanno scrivendo da mesi che non sarò qui la prossima stagione è perché hanno i loro buoni ‘Robert Redford’ motivi”, con chiaro riferimento a qualche possibile ‘gola profonda’ in società.
Ma se in casa Inter la situazione è delicata, ancora di più lo è in casa Juve dove nella giornata di mercoledì dovrebbe andare in scena l’attesissimo confronto fra Massimiliano Allegri e il presidente Andrea Agnelli. Anche per la panchina bianconera da settimane si è parlato di un possibile ritorno di Conte, che solo di fronte alla prospettiva di poter ‘tornare a casa’ potrebbe all’ultimo momento voltare la spalle all’Inter. “E meno male che si fa solo un nome”, aveva sbottato qualche giorno fa Allegri nel corso di una conferenza stampa a conferma di un momento un po’ così nei rapporti anche con la società. “‘Chi vivrà vedrà’, uso un detto di mio figlio, aspettiamo”, aveva detto Pavel Nedved, vicepresidente bianconero, qualche giorno fa. Frasi a cui Allegri ha replicato: “E’ stato bravo a mettere un altro argomento di spunto per i prossimi 3-4 giorni finché non parlo con il presidente”. Ecco, il giorno è arrivato e l’impressione è che mercoledì fra Allegri e la Juve o si ripartirà con rinnovato entusiasmo e unità di intenti o sarà addio.