Piazze vuote e strade deserte. Gran parte del mondo resta immobile mentre cerca di reggere l’impatto della pandemia del coronavirus che causa la Covid-19 e di arginarne l’ulteriore diffusione. Dagli ultimi mesi del 2019, quando ha iniziato a essere rilevato in Cina, il virus si è diffuso in tutto il mondo. Le persone contagiate sono 287mila, di cui 11.900 sono morte, secondo l’aggiornamento della Johns Hopkins University, e i pazienti guariti sono quasi 89mila. Ma la diffusione non rallenta in Europa e America, dove le misure di isolamento sociale sembrano non dare (ancora) risultati. Una settimana di restrizioni non ha impedito che la Spagna diventasse il terzo Paese al mondo per contagi: 5mila nuovi casi in 24 ore, con il totale a 25mila, e 1.326 morti rispetto ai 1.002 del giorno precedente. Intanto, così come accade altrove, le autorità faticano a far rispettare le regole: la polizia ha intensificato i controlli, con più multe e pattuglie nelle strade. Le autorità hanno ammesso che alcune unità di terapia intensiva nelle zone più colpite stanno raggiungendo il loro limite massimo di operatività, prevedendo che il numero dei contagi continuerà ad aumentare prima che si vedano gli effetti del distanziamento sociale. L’esercito sta costruendo un ospedale da campo con 5.500 letti in un centro conferenze di Madrid, mentre vari hotel vengono convertiti in centri per malati di Covid-19.
Il numero di casi confermati è salito anche in Germania, con oltre 20mila di cui 70 persone morte, ha reso noto il Johns Hopkins University. Alcuni Land, come la Baviera, hanno rafforzato le misure per contenere la diffusione del coronavirus, e le piazze sono vuote, ma non è così in altri luoghi del Paese, dove i mercati continuano a essere pieni di gente. Il Baden-Wuerttemberg si poi è offerto di accogliere pazienti dalla vicina Alsazia, dove gli ospedali sono sopraffatti. Proprio in Francia, anch’essa in ‘lockdown’, le autorità da martedì hanno fatto 40mila verbali e multe per violazione delle restrizioni, mentre il governo ha annunciato di aver ordinato “più di 250 milioni di mascherine” e di voler aumentare il numero di test effettuati. I morti in Francia sono oltre 450 e oltre 12.500 contagi.
Più piccioni che persone nella solitamente affollata Trafalgar Square a Londra, il giorno dopo che il governo ha ordinato la chiusura di tutti i locali e ristoranti. Il bilancio è ancora lontano da quello di Italia o Spagna, ma la sanità pubblica sta già vacillando. Il sistema pubblico NHS ha 4mila posti letto in terapia intensiva e 5mila respiratori, ben al di sotto di ciò che sarà necessario nelle prossime settimane. I casi confermati nel Paese sono 3.983, con 177 morti. Londra ha chiesto intanto a 65mila infermieri e medici in pensione di tornare al lavoro. Anche in Olanda (che ha causato polemica e preoccupazione, come il Regno Unito prima del ‘cambio di linea’, per la scelta di puntare a sviluppare l’immunità di gregge) registra un aumento drastico di casi: 637 nuove infezioni in un giorno, arrivando a 3.631, passando da 30 a 136 morti. In Svizzera +25% di casi in un giorno con 6.100 contagi, di cui 56 morti, e in Portogallo i morti sono raddoppiati a 12, con 1.280 contagiati.
Resta alto l’allarme anche nel continente africano, dove i casi confermati sono ormai più di 1.100, in 40 dei 54 Paesi del continente. La Cina, dove le restrizioni agli spostamenti vengono gradualmente revocate, sta mandando aiuti a vari Paesi europei. La nazione ora sta cercando di evitare i casi importati, mentre in 24 ore ne ha contati 41 (zero a livello locale). Aumentano di nuovo i casi anche in Corea del Sud, con 147 nuove infezioni e otto nuovi decessi, con costante aumento nell’area di Seul e timore del ‘ritorno’ del virus dall’estero.