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Coronavirus, Kharchenko (Antonov): “Anche mega cargo Mriya in prima linea”

Foto AP-LaPresse - Tutti i diritti riservati

L’Antonov produce i giganti dei cieli per eccellenza. Trai tanti record polverizzati, il gruppo che ha sede a pochi chilometri dal centro di Kiev, in Ucraina, di recente ne ha aggiunto un altro, legato all’epidemia di Covd-19. Sono stati proprio i cargo della Antonov, spiegano Mikhail Kharchenko, direttore di Antonov Airlines e Vitaliy Shost, a capo del settore commerciale, a portare il maggior numero di guanti, mascherine e materiale medico negli ospedali italiani e di molti altri Paesi colpiti dalla pandemia.

Com’è nata la Antonov e quali sono le caratteristiche di questa azienda da record?
La Antonov è stata fondata nel 1947 all’epoca dell’Unione Sovietica e il suo compito principale fin dall’inizio era quello di produrre nuovi modelli di aeroplano, del tutto unici. La Antonov è nata in Russia, ma dopo pochi anni si è trasferita a Kyiv e negli ultimi 73 anni ha dato vita a 25 diversi velivoli. Aeroplani che sono molto richiesti dal mercato, che possono fare trasporti che hanno del miracoloso. È il nostro orgoglio nazionale.

E Antonov Airlines? Lei, dottor Kharchenko, c’era fin dalle prime fasi.
Negli anni ’80 l’aereo An-124, chiamato ‘Ruslan’ è stato presentato alla comunità mondiale in diverse fiere dell’Aviazione come Le Burget e Farnboroug. L’An-124 ha avuto subito un grandissimo impatto su esperti e businessman del settore. Il progettista capo dell’allora società statale Antonov, Peter Balabuev, ha ricevuto tantissime richieste. E proprio per questo ha deciso di creare una compagnia aerea, che negli anni si è specializzata nei trasporti straordinari. Era una sfida, un compito impossibile in epoca sovietica proprio per tanti i limiti burocratici, ma Balabuev non era solo un progettista eccezionale ma anche un grande manager. Tutte le sfide sono state superate e nel 1989 all’interno della società di Stato Antonov è stata creata la Antonov Airlines, che opera da oltre 30 anni.

Ci potete dare qualche dato relativo alla Antonov?
Nel 2018 e 2019 Antonov ha fatto 6000 ore di volo alla settimana. Nei primi 4 mesi del 2020 abbiamo fatto più di 3000 ore di volo. Stiamo facendo un balzo in avanti rispetto ai nostri risultati attesi per via della grande domanda, legata proprio alla pandemia. La domanda probabilmente calerà a partire da metà luglio, ma fino a quel momento faremo tutto il possibile per soddisfare le richieste del mercato.

Voi avete dato vita anche mega cargo Mriya. Com’è nata l’idea?
Dal 2001 abbiamo il cargo An-225 ‘Mriya’ (che in ucraino vuol dire ‘sogno’, ndr.). É nato come risposta ad un bisogno logistico, quello di trasportare i carichi speciali dai produttori all’aerodromo Bajkonur, nell’attuale Kazakistan. In particolare, componenti del missile cosmico Buran e del missile Energhia. La progettazione ha preso il via all’inizio degli anni ’80 sotto la guida dell’allora ingegnere capo Balabuev ed è terminata quasi 10 anni dopo.

L’An-225 Mriya è stato molto utilizzato nella lotta al covd-19. Quali sono stati i Paesi che avete raggiunto? Che tipo di aiuti avete portato?
An-225 Mriya è il cargo più grande della Antonov. La sua capacità di carico è di 250 tonnellate e può stivare fino a 1000 metri cubi di merce. Numeri che rendono questo velivolo in grado di trasportare grandi quantità di materiale per il covid-19. Mryia, a dire il vero, non si sposta molto spesso. Al momento, però, è molto richiesto per inviare aiuti e personale medico per fare fronte all’emergenza. L’aereo ha attraversato un lungo periodo di revisione ed eravamo pronti a lanciare la nuova versione praticamente quando è scoppiata la pandemia. Mriya ha ricominciato l’attività a livello commerciale a metà aprile. Il primo viaggio è stato dalla città cinese di Tentsin a Varsavia in Polonia. Abbiamo anche fatto diversi trasporti verso la Francia, la Germania, voli interni in Ucraina e uno con destinazione Canada. Stiamo organizzando anche diverse spedizioni verso gli Stati Uniti e la Grecia.

Avete raggiunto anche l’Italia?
Dieci giorni fa siamo arrivati all’aeroporto di Milano Malpensa con a bordo 82 tonnellate di materiale di prima necessità per gli ospedali italiani.

C’è qualche storia particolare legata all’An-255 Mriya?
Tre anni e mezzo fa l’An-225 è andato per la prima volta in Australia. La notizia si era diffusa e più di 15mila persone sono venute all’aeroporto di Perth ad accoglierci. Accanto a noi, in aeroporto, c’era l’aereo privato degli Airon Maiden che avevano appena suonato in città. Mentre stavamo per arrivare, la band voleva ripartire ma non è riuscita a farlo. Anche loro sono rimasti imbottigliati nell’ingorgo creato dai tanti che volevano vederci atterrare.

È la Antonov che si occupa del trasporto di Luna Rossa verso Auckland in Nuova Zelanda per l’America’s Cup?
In questo momento stiamo lavorando proprio con Luna Rossa. Dobbiamo prelevare le barche da Cagliari e da Bergamo, ma per via della situazione attuale in Italia non si sa quando saranno pronte. Abbiamo promesso ai nostri partner di Luna Rossa che faremo del nostro meglio per portare a termine in tempo una spedizione così importante.

Altri episodi particolari legati a Mriya?
Un ragazzino canadese di origini ucraine si è accorto che nel suo libro di scuola l’aereo veniva indicato come russo e per segnalare l’errore ha girato un video. Il bambino ha protetto la reputazione della Antonov contro una cattiva informazione. Per questo abbiamo voluto ringraziarlo e invitarlo a salire a bordo. È stato felicissimo.

Dottor Kharchenko, anche la sua passione per il volo è nata quando era piccolo e l’ha guida nel corso della sua carriera fuori dal comune.
Tutta la mia vita è stata legata all’aviazione e alla Antonov. Sin dall’asilo sognavo gli aerei e il destino mi ha dato l’opportunità di coltivare la mia passione. E poi, per farla breve, dopo la scuola mi sono arruolato e ho fatto il meccanico in Aviazione mentre studiavo Ingegneria Aeronautica. Dopo che mi sono laureato, ho iniziato a lavorare alla Antonov, per la quale lavoro da 45 anni. Ho iniziato come ingegnere collaudatore e ora sono direttore della  Antonov Airlines. Insieme al mio equipaggio ero a bordo dei primi voli di prova di An-124 il 24 dicembre 1982 e poi sull’An-225 Mriya il 21 dicembre 1988. Ho seguito tutte le tutte le fasi di sviluppo di questi velivoli straordinari. Ringrazio tantissimo il destino per questo.

Un lavoro enorme, forse non sempre raccontato correttamente. Anche in Italia di recente si è diffusa la fake news che il cargo Mriya sia di produzione russa.
Episodi come questi sono abbastanza comuni. Le istituzioni e il governo russo vorrebbero potersi intestare l’onore di aver creato questo aereo così unico. Tutti sanno che è stato progettato dalla Antonov nel 1988 ed è stato prodotto nello stabilimento di Kyiv. Non si può certo dire che si tratti di un aereo russo.

Dottor Kharchenko, la Antonov in che direzione si muove?
Antonov Airlines guarda con ottimismo la futuro. Nella nostra agenda c’è l’idea di modernizzare gli An-124/100 e cambiare la vecchia componentistica con quella più innovativi di produzione nordamericana o francese. Vogliamo anche promuovere sul mercato mondiale i modelli An-148, An-158 e An-178. Vogliamo, infine, lavorare con progetti futuri di nuovi aerei cargo.

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