Pugno duro contro la corruzione all’università. La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone fanno squadra per stroncare i concorsi truccati negli atenei dopo il caso di tangenti scoperto dalla guardia di finanza di Firenze.
“Costituirsi parte civile contro i professori corrotti e individuare dentro ogni ateneo un responsabile della trasparenza e della prevenzione della corruzione. Questo, nella loro autonomia, dovrebbero fare gli atenei”, suggerisce Fedeli, in un’intervista al Messaggero. E spiega il lavoro che da mesi sta portando avanti con l’Anac e la figura del responsabile anti-corruzione che nei singoli atenei, che “avrà la stessa funzione che ha questa figura dirigenziale nelle amministrazioni centrali”.
“Dovrà essere un dirigente, anche lo stesso direttore generale, scelto tra personalità di elevata qualificazione professionale e priva di incompatibilità come la presenza in commissioni o altri conflitti di interesse. E dovrà dare garanzie di indipendenza dalla sfera politica e istituzionale”. Per Fedeli un’altra ipotesi: “E’ quella di componenti esterni autorevoli che facciano parte delle commissioni di concorso per l’accesso alla docenza universitaria”.
“Ieri ho partecipato a un incontro con una scuola a Roma e parlando con i ragazzi ho detto: sapete cosa è importante, che vi deve servire di esempio a tutti anche a chi fa politica? Il fatto che un ragazzo non ha avuto paura e ha denunciato. Chiunque gira la testa dall’altra parte, secondo me fa un danno a se stesso e agli altri. C’è un senso civico, anche di responsabilità individuale. Certo che viene, se mi posso permettere, anche dopo le responsabilità pubbliche dopo di chi ha responsabilità amministrative e di governo delle università. Non c’è dubbio, ma girare la testa dal’altra parte è un danno grave. Invito chiunque conosca a denunciare”, ha detto ancora Fedeli, a margine dell’inaugurazione di Didacta, la fiera internazionale della scuola che si inaugura oggi a Firenze. “Ecco perché – ha aggiunto Fedeli – è particolarmente importante rafforzare subito la figura interna agli atenei per la trasparenza contro la corruzione, perché anche quella è una figura determinante: deve essere indipendente e di alto valore perché aiuti questo processo di contrastare questa malattia che non vogliamo diventi un’epidemia”.
“La Procura di Firenze- spiega Cantone su Repubblica- sta facendo emergere fatti eclatanti. Ne esce un quadro preoccupante per l’università italiana. L’ordinanza cautelare mostra un sistema di controllo sui corsi universitari basato su logiche di appartenenza e mai sul merito. A tavolino si decideva chi doveva entrare e chi no”.
Cantone ricorda che quando fu lui a sollevare il problema ricevette molte lettere di professori indignati. “Mi scrissero: ‘Fuori le prove’. Quello universitario è un mondo suscettibile e capace di grandi difese corporative. Il rapporto professionale padre-figlio, ricorrente di per sé, in facoltà è forte”.
Cantone lancia infine un’idea sulle commissioni universitarie. “In ogni commissione, per un’abilitazione, per un concorso, dovrebbe entrare una personalità esterna al mondo accademico. Perché non immaginare uno scrittore a giudicare, insieme agli altri, una prova di Letteratura italiana? Un medico, un ingegnere e un avvocato nello loro discipline? Nessuno vuole sminuire il mondo accademico, ma la contaminazione è un valore. Non conosco una categoria più gelosa delle proprie libertà dei magistrati, eppure nelle commissioni di concorso in magistratura ci sono proprio i docenti universitari”.