Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è intervenuto alla 75^ Assemblea Generale dell’Onu. Tanti i temi trattati dal premier durante il suo discorso, a partire dalla sfida al Covid-19.
“L’Unione europea ha capito la portata della sfida” del coronavirus, adoperandosi a “ripensare il nostro mondo, renderlo più sostenibile, più verde, più digitale, più inclusivo”, ha sottolineato Conte. In questo senso, ‘Next Generation Eu’ “rappresenta, insieme alle misure della Banca centrale europea, un’opportunità storica per porre l’Europa come punto di riferimento imprescindibile del partenariato globale verso nuove prospettive”
“Favoriremo una crescita sostenibile, inclusiva, resiliente. La pandemia ha aperto un nuovo scenario anche per la strategia di contrasto al cambiamento climatico e di protezione ambientale”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Sarà quindi necessario lavorare insieme affinché il rilancio delle ambizioni in materia climatica non vada disgiunto dalla promozione degli investimenti e delle politiche per la ripresa socio-economica. Il ‘Green Deal’ europeo è oggi ancora più necessario per vincere la sfida della transizione verde”.
Il premier ha anche affrontato il tema della pena di morte nel mondo. “Quest’anno in Assemblea Generale viene presentata l’ottava risoluzione per una moratoria universale sull’uso della pena di morte. Ricordo che la pena di morte fu abolita per la prima volta nel mondo nel 1786, nel Granducato di Toscana. Questa sensibilità è nella nostra tradizione storica. E la prima bozza di Risoluzione per una moratoria universale venne presentata proprio dall’Italia, nel 2007. Questa battaglia – dicevo – è nel nostro patrimonio culturale e civile nazionale. Ci auguriamo che la Risoluzione registri un consenso sempre più ampio”, ha sottolineato Conte.
Poi il tema del conflitto in Libia. “Il cessate-il-fuoco, pur con tutta la sua fragilità, ha finalmente riaperto uno spazio al dialogo intra-libico, di cui i recenti colloqui di Montreux rappresentano un segnale che dobbiamo saper cogliere e proteggere. Non c’è miglior modo di sostenere la pace che mostrarne i vantaggi alle stesse popolazioni interessate. Per questo, il prossimo passo da compiere in Libia è quello di consentire la ripresa della produzione petrolifera, su tutto il territorio, promuovendo un’equa gestione delle risorse a beneficio di tutto, dico tutto, il popolo libico”, ha dichiarato il premier. “L’Italia si è subito posta all’avanguardia nello sforzo collettivo, guidato dalle Nazioni Unite, per superare la fase emergenziale e sostenere quindi la futura ricostruzione. L’Italia continuerà a farlo, contribuendo anche al ruolo di stabilizzazione svolto dalla missione Unifil, attualmente sotto comando italiano”.
Infine la questione libanese. “Poco più di due settimane fa mi sono recato in Libano, per testimoniare personalmente la solidarietà italiana a un popolo che, nel mezzo di una profonda crisi economico-finanziaria, politica e sanitaria, si è trovato a dover fronteggiare la terribile tragedia che il 4 agosto ha colpito Beirut. Ma anche per incoraggiare quelle istituzioni a non lasciar cadere la domanda della popolazione di riforme non più procrastinabili”, ha concluso Conte.