(LaPresse) Il tasso di positività al Covid-19 cala al 2,7%. Però i morti sono ancora tanti, troppi. Centoventi in 24 ore, come non si vedevano dal maggio scorso e anche gli ingressi in ospedale crescono, 212 da ieri nei reparti ordinari e 7 in più in terapia intensiva. Sono 20.677 nuovi casi di contagio, su 776.363 tamponi molecolari e antigenici effettuati.
Il ministro Speranza: “Il Covid è ancora una sfida”
“Il Covid è ancora una sfida“, lo dimostrano i numeri “in crescita non solo in diversi Paesi d’Europa, ma anche nelle nostre regioni”, dice il ministro della Salute, Roberto Speranza. Quelli delle vaccinazioni, però, sono “molto incoraggianti”. Ieri le somministrazioni sono state mezzo milione, oltre le 100 milioni di dosi in totale. Molto bene anche le prenotazioni anche per i più piccoli, che si sono aperte ieri.
Nonostante l’ondata di contagi non si fermi, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri si dice “convinto” che difficilmente si arriverà a stabilire nuovi lockdown: “la circolazione del virus attuale non è paragonabile a quella di un anno fa. Abbiamo ricoveri in risalita, ma contenuta. Guardando l’andamento del virus, siamo molto lontani dal vedere zone rosse”.
Green pass, Sileri: “Noi primi in Europa su possibilità di revoca in quarantena”
Quanto al bug sui controlli del green pass per i ‘furbetti’ della quarantena, il ministero promette di risolverli a breve. “Noi saremo i primi in Europa che avranno la possibilità di revoca del certificato verde”, assicura Sileri. “Il Garante della Privacy ha dato l’ok oggi, quindi nel prossimo Dpcm arriverà a conclusione questa possibilità di poter negare e sospendere il green pass se si è in quarantena”.
Nel pomeriggio, Speranza visita l’ ‘hub degli invisibili’ della Comunità di Sant’Egidio, nel complesso del San Gallicano a Roma. Dall’inizio di luglio, nella struttura sono state somministrate circa 14mila dosi di vaccino e a 10mila persone che, per fragilità, isolamento o anche problemi burocratici, rischiavano di restare fuori dalla campagna vaccinale. “Non sono più invisibili – dice – ma riacquisiscono uno dei diritti più importanti, che è quello alla salute”.